NAPOLI – Un vasto spicchio di città trasformato in un teatro di guerra: non solo Scampia, ma anche Secondigliano, Miano, Piscinola, la Masseria Cardone. Marianella, Chaiano, e da qualche anno anche il comune di Melito, si sono trasformati nell’impenetrabile roccaforte, dove la camorra sperimenta le proprie strategie.
A cominciare dall’uso di nuove e sperimentali droghe, dal reperimento di armi letali in possesso di particola corpi militari, insomma, di tutto e di più.
Un continuum che va avanti da oltre un ventennio, e che peggiora giorno dopo giorno, com’è dimostrato dall’uccisione nel cortile di una scuola materna, sino al ritrovamento “casuale” di bombe venute dall’est.
E’ solo camorra? E’ solo faida? Oppure, qualcuno soffia abilmente sul fuoco…
Certamente mi pioveranno addosso le solite accuse di complotti inesistenti, ma è un dato di fatto che la “Napoli Scampia” rassomiglia sempre più ad un laboratorio dove sperimentare, dove poter capire sino dove è possibile spingersi…
Infiltrati e azioni “deviate” non sono una novità per il nostro paese, basta guardare alle tante stragi sospette, alle morti sospette di particolari uomini, al contesto in cui accadono simili situazioni.
Come non ricordare l’impasse per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e le successive stragi che videro la morte di falcone e Borsellino; eventi che contribuirono ad accelerare scelte politiche non casuali.
Le stragi di mafia, la strategia della tensione degli anni settanta, una camorra sempre più violenta in particolari periodi storici di questa città.
Siamo stanchi di ascoltare le solite parole di una classe politica e dirigente incapace di far fronte all’ordinaria amministrazione, di un sindaco sempre pronto a dire che “la colpa è degli altri”, deve “intervenire lo stato”, ma il primo cittadino di Napoli è Lui.
Ci troviamo di fronte a personaggi che sono convinti che i mali della città si risolvano con una notte bianca o un’improbabile e inesistente pista ciclabile.
Scampia si muore, rischiano anche i bambini, ora giungono pure le bombe, ma Napoli risorgerà grazie al “lungomare libberato”.