Servizio Pubblico tra Maya e Monti

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Nella puntata di ieri sera di Servizio Pubblico, intitolata Tra Maya e Monti, Michele Santoro affronta il problema della crisi italiana alla vigilia del Natale più povero degli ultimi anni. Il programma si apre con la canzone di Ligabue A che ora è la fine del mondo (riferimento alla profezia dei Maya) seguita dall’intervento dello stesso Santoro, che si rivolge direttamente a Silvio Berlusconi, il quale aveva accennato alla sua presenza nel programma nelle prossime puntate. Se viene qui, non ci sarà nessun duello finale, nessuna vendetta. Solo un leader politico di fronte a un giornalista. (Dichiara così il noto presentatore, nonostante sia stato cacciato dalla Rai proprio dal cavalier Berlusconi e non sia stato poi richiamato da Monti e dal Pd).

Il programma continua con interviste alla gente comune, con le loro opinioni sul governo, sulla crisi e sulle difficoltà vissute quotidianamente per arrivare a fine mese con lavori precari, disoccupazione e stipendi ai minimi storici: una vita di stenti, una realtà ridicola se paragonata allo sfarzo della vita dei politici, che tra autisti personali, feste private e macchine lussuose, sembrano prendere in giro i tanti sacrifici del popolo. L’Italia si divede in ricchi e poveri: da un lato coloro che non possono permettersi di spendere neppure 10 centesimi in più per la spesa, dall’altro coloro che in via Montenapoleone a Milano non ci pensano due volte a comprare una borsa di coccodrillo di tremila euro, che useranno solo un paio di volte nella loro vita.

In studio, con gli ospiti Diego Della Valle, Alfio Marchini, Oscar Farinetti, il consigliere dell’Emilia Romagna espulso dai 5 Stelle Giovanni Favia e il segretario del Sindacato pensionati italiani Cgil Carla Cantone, si apre un dibattito sulla crisi e sulle possibilità di uscirne: come fare a rinnovare l’Italia? Molte le accuse ai politici, al piano di austerità attuato da Monti, incapace di attuare una politica di crescita, di dare spazio ai giovani (il futuro e l’innovazione del paese). L’Italia, potenzialmente un paese leader nella cultura e nella tecnologia, è stato incapace di fronteggiare la crisi e ristagna in una situazione che sembra essere senza via d’uscita: intanto le uniche preoccupazioni dei nostri politici sembrano essere le elezioni, quale metodo elettorale adottare, le candidature e le lotte tra partiti.

A concludere la puntata c’è l’intervento di Marco Travaglio che analizza dettagliatamente tutte le promesse (rigorosamente non mantenute) dei politici italiani, le loro contraddizioni (Monti ad esempio si è sempre dichiarato contrario ad un Monti-bis fino a qualche settimana fa) e cita tutte le così dette “presenze storiche” in politica, coloro che sono leader da quarant’anni, da quando il Presidente della Repubblica Italiana era Leone e il Presidente Americano Nixon. Ed infine le dissacranti vignette di Vauro.

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