Continua la polemica sulla spinosa questione del Monte dei Paschi di Siena. Il titolo Mps, in borsa in un primo momento sospeso, poi riammesso, ha perso il 7%. La polemica più accesa sembra essere quella tra il governo e Bankitalia, con quest’ultima che ieri attraverso un comunicato si affrettava a precisare “La banca ci ha nascosto i documenti”. Oggi la replica del ministro dell’Economia Grilli “Il caso era noto da tempo e i controlli spettano alla Banca d’Italia”.
Il titolare del Ministero di via XX Settembre sottolinea “La situazione di Mps non è una novità, non è un fulmine a ciel sereno. Conoscevamo le sue problematicità già da un anno. Non ho evidenza di problemi in altre banche. Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d’Italia”, ribadendo che “i controlli non li abbiamo fatti noi. Bankitalia è l’autorità che può dare informazioni e chiarimenti”. Il ministro bocconiano, milanese di nascita, precisa che «da questo governo nessuna risorsa pubblica è affluita a Monte dei Paschi e perché ciò avvenga ci dovrà essere una esplicita richiesta, le necessarie autorizzazioni e quindi l’approvazione dell’assemblea. Per quanto riguarda eventuali progetti di aiuto il Parlamento ha approvato una legge coerente con le indicazioni delle autorità di vigilanza europea e della Commissione europea».
Grilli ha chiarito quale sarà la linea che il governo intende adottare “Noi ci teniamo in contatto con le autorità di vigilanza e aspettiamo di avere una situazione dettagliata. Quando avremo una analisi seria e approfondita saremo in grado di fare delle valutazioni”.
La vicenda ha risvolti anche politici, con il Pdl che attacca attraverso le parole del suo segretario, Angelino Alfano, sia il governo: “La vicenda Monte Paschi di Siena è gravissima e scandalosa. Quattro miliardi sono stati dati a questa banca prendendoli dalle tasche dei cittadini anche attraverso l’Imu”, sia il Pd “dalle parti del Pd fanno i marziani come se fossero immediatamente caduti da Marte. E invece il Monte dei Paschi è sempre stato cosa loro. Noi chiediamo al Pd di non fare finta di niente e di dire con chiarezza tutto ciò che loro sanno su questo scandalo”. Parole dure arrivano anche dal leader dell’Idv, Di Pietro: “Noi di Rivoluzione civile denunciamo la corresponsabilità politica e istituzionale del governo Monti e dei partiti di destra e sinistra sullo scandalo Mps”.
La reazione del partito democratico non si è fatta attendere, a esporsi è stato il candidato della coalizione di centrosinistra, Bersani: “Il Pd non si è mai occupat0 e non si occupa di banche”, e sulla vicenda senese “Al di là della vicenda dei derivati, nella gestione di Mps ha pesato un eccessivo localismo, che ha impedito a questa banca di mettersi in campo nelle grandi ristrutturazioni del sistema. Poi quando ha tentato di rientrarci lo ha fatto in tempi di crisi ed ha pagato un prezzo altissimo”. Sulla vicende interviene anche Fassina, responsabile del settore economia e lavoro del Pd “Questa vicenda nasce dalle scelte dei manager e sarà la magistratura ad accertare se sono state corrette o meno. Non c’è alcuna matrice politica. La responsabilità è del management. Pd o altri non c’entrano nulla”.