Nucleare, Corea del Nord avverte: nuovi test contro gli USA, ‘nemici giurati’

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La Corea del Nord ha annunciato la sua intenzione di procedere a nuovi test nucleari in segno di sfida agli Stati Uniti, ‘nemici giurati’, ma anche per fornire una risposta concreta alle sanzioni decise dall’Onu in seguito alla messa in orbita di un satellite che è stata vista dagli Usa soltanto come un esperimento nucleare.

Lo scorso 12 dicembre la Corea del Nord ha lanciato il missile Unha-3 ufficialmente con l’intenzione di mettere in orbita un satellite. In base a quanto però è stato reso noto dall’esercito sudcoreano in relazione alle analisi del serbatoio di carburante del razzo poi caduto in mare e recuperato, il missile sarebbe stato in grado di volare 10.000 km e trasportare un carico di mezza tonnellata. Usa, Corea del Sud e Giappone sospettano quindi che il lancio sia stato un test mascherato di un missile balistico in grado potenzialmente di arrivare a colpire le coste del Nord America con anche una testata nucleare. La Cina con il suo Presidente Xi Jinping, aveva espresso la sua totale opposizione a sviluppo di arsenali nucleari o a qualsiasi mezzo di distruzione di massa da parte della Corea del Nord tuttavia non ha espresso un netto rifiuto dicendo che Pechino ritiene che qualsiasi risposta dell’Onu debba essere comunque “prudente, adeguata e favorevole alla pace e alla stabilità nella penisola coreana” per “evitare qualsiasi escalation della situazione attuale“. L’Onu ha approvato martedì all’unanimità una risoluzione che allarga la lista delle organizzazioni governative nordcoreane soggette a sanzioni in relazione al lancio avvenuto a dicembre del missile.

Da qui l’annuncio della Commissione di difesa nazionale della Corea  attraverso un comunicato stampa diffuso dall’agenzia ufficiale Kcna: «I satelliti e i missili a lunga gittata che noi continueremo a lanciare e i test nucleari di alto livello che faremo sono rivolti al nostro nemico giurato, gli Stati Uniti, la disputa con gli Stati Uniti si risolve con la forza, non con le parole». Di fronte a tale dichiarazione Glyn Davies, inviato speciale degli Usa sulle questioni del Nord, in visita a Seul ha detto: «Che ci sia o no il test dipende dalla Corea del Nord, speriamo non lo faccia, chiediamo di non farlo. Sarebbe un errore e un’occasione mancata. Qualora decidano di farlo questo non è il momento di aumentare le tensioni nella penisola coreana, ma l’occasione per entrare in contatto con l’esterno”.

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