La febbre per l’attesa degli Oscar aumenta di giorno in giorno. E’ caccia alle nomination: si fanno pronostici, si discute su quale sia il film più meritevole, i critici si scatenano in dibattiti feroci, il pubblico e gli appassionati si ergono a difesa di questo o di quell’altro “idolo”. Per l’occasione dell’imminente uscita di Lincoln nelle sale italiane (il 24 gennaio) il regista Spielberg e l’attore Danny Day-Lewis, che ha già intascato il golden globe come miglior attore drammatico, sono stati a Roma per presentare la pellicola. Attore inglese fortemente carismatico Day-Lewis ha all’attivo circa venti di film girati in quarant’anni di carriera; vanta collaborazioni con Scorsese, Ivory, Mann, Sheridan, sua moglie Rebecca Miller, Spielberg ed ha fin ora guadagnato ben due Oscar e cinque nomination.
“In questo strano momento un sacco di gente nutre grandi aspettative per conto mio, ma l’importante è che si affermi il film” dichiara l’attore in una rara intervista concessa durante la sua permanenza a Roma. Con Lincoln Spielberg ha portato sul grande schermo l’incredibile storia del presidente degli Stati Uniti che durante la Guerra di Secessione riuscì a stravolgere la Costituzione americana abolendo la schiavitù e sconfiggendo i sudisti. “La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo” era il suo credo; Spielberg nel presentare il film ha dichiarato che la grande lezione impartita dallo statista americano è quella di “sapere ascoltare anche gli oppositori”.
Lincoln pone l’accento sullo stratagemma del voto di scambio che il presidente attuò per indurre anche i senatori meno convinti a votare “si” all’abolizione della schiavitù. Il segretario di stato fu persuaso da Lincoln a ricorrere a terzi per offrire dollari e lavoro in cambio del voto favorevole. Mai più adatto fu il detto “il fine giustifica i mezzi”. La grandezza del personaggio di Lincoln è stata ben individuata da Spielberg che con il suo film ha già messo d’accordo buona parte della critica e degli addetti ai lavori. Non resta che aspettare il verdetto finale, il 24 febbraio 2013 e soprattutto il giudizio più feroce: quello del grande pubblico in sala.