ELEZIONI 2013 – Terremoto, ingovernabilità, boom: i titoli dei giornali da ieri non parlano d’altro. Si tratta di elezioni “storiche” il cui risultato, ad ora ancora incerto, avrà una portata non indifferente nella storia della seconda Repubblica italiana. Si parla di stravolgimento degli assetti politici consueti e i dati riscontrati fin ora confermano questo stato di cose:
CAMERA: M5S 110 seggi; Coalizione Monti 46 seggi; Centro Destra 121 seggi, Centro Sinistra 340 seggi.
SENATO: M5S 63 seggi; Monti 20 seggi; Centro Destra 113 seggi; Centro Sinistra 105 seggi.
Il boom di Grillo è eclatante: vera sorpresa di queste elezioni 2013, partito da zero, senza sede nè ststatuto, cresciuto tra la rete e le piazze, il M5S supera il 25 per cento a Montecitorio, mentre sfiora il 24 a Palazzo Madama. La coalizione di centrosinistra prevale alla Camera ma perde al Senato; il centrodestra mantiene un certo peso nelle nuove Camere. Si parla della possibilità di un “governissimo” Pdl-Pd-Monti, guidato presumibilmente da Giuliano Amato (gradito alla sinistra), un espediente per tenere a bada i mercati e per prendere tempo in attesa di una nuova legge elettorale e delle elezioni del nuovo capo di Stato verso metà aprile. Si legge tra le righe una forte apprensione dei nostri “vecchi” politici, poichè il ritorno alle urne significherebbe per loro correre nuovamente il rischio che gli vengano sottratti voti dal Movimento 5 Stelle.
DICHIARAZIONI
Grillo: “Inciuci mai, però sarebbe un crimine galattico ridare l’Italia a B.”
Berlusconi: “Pier Luigi premier, ma io al Quirinale”
Letta: “Chi vince alla Camera presiede il governo”
Monti: “Sono soddisfatto comunque, abbiamo avuto poco tempo”
Bersani tace.
Fatto sta che il caos regna, Berlusconi riesce ancora una volta nell’impresa di risalire nonostante gli scandali e le promesse truffaldine (rimborso IMU), tant’è che stravince in Lombardia ed è il miglior secondo in Sicilia; Monti con Casini e Fini registra un clamoroso flop; Ingroia e Di Pietro con la loro Rivoluzione Civile si sono posizionati sotto lo sbarramento e sono fuori da entrambe le camere; Grillo con il suo non-partito riesce incredibilmente a posizionarsi come primo partito con il 25,53% alla Camera dei Deputati e il 23,79% al Senato della Repubblica. E intanto Vauro fotografa lo spirito di queste elezioni: “Mi è semblato di sentile un boom” recita la sua ultima vignetta.