L’Aquila: 4 condanne per il crollo della Casa dello studente

CronacaL'Aquila: 4 condanne per il crollo della Casa dello studente

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L’AQUILA – Tre condanne a quattro anni e una a due anni e sei mesi nel processo di primo grado per il crollo della Casa dello studente de L’Aquila, avvenuto durante il terremoto che colpì il capoluogo abruzzo nella notte del 9 aprile 2009.  Quattro anni per Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone e due anni e sei mesi per Pietro Sebastiani. Tutti e quattro, sono stati accusati di omicidio colposo, disastro e lesione colpose oltre ad esser stati interdetti per cinque anni dai pubblici uffici. Gli stessi, inoltre,  sono stati condannati a risarcire una provvisionale di circa 2 milioni di euro alle famiglie delle otto vittime. 

Fabio Picuti, pubblico ministero nel processo per il crollo della Casa dello Studente de L’Aquila, ha dichiarato: “Mi trovo nel mezzo tra parti civili, che chiedono la condanna di tutti, e difensori, che chiedono assoluzione di tutti. Quale di questi è l’ideale di giustizia? Non si tratta di questo, ma solo di applicare la legge e le norme. Agli imputati non si contesta di essere stati concausa del crollo aumentando i carichi verticali, questo è smentito dalla perizia. Concausa è la condotta omissiva, nel momento in cui aumentavano però avrebbero dovuto procedere a un adeguamento sismico, un obbligo previsto dalla legge. Le difese prendono la parte della perizia funzionale alle loro tesi e omettono quella che non è funzionale. La Mulas l’ha detto in udienza, bastava prendere la prima pagina del progetto senza fare nessun calcolo e si sarebbero resi conto che serviva un adeguamento sismico. Quando la Mulas dice cose a sfavore è ardita e audace, se dice cose pro diventa ammirevole”.

Il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, ha così commentato la sentenza: “E’ stato un processo lungo, attento. Chiaramente chi ha sbagliato a fare i lavori, anche perché il progetto era sbagliato, è giusto che ne risponda alla legge, è giusto che la giustizia faccia il suo corso. L’unica cosa che spero è che questa sentenza possa in parte, e ripeto in parte, se mai possibile, restituire un minimo di serenità alle famiglie dei ragazzi. Questa sentenza, come probabilmente le altre che seguiranno per altri crolli ingiustificabili, credo abbia un valore più ampio di questa vicenda. Soprattutto credo possa richiamare la massima attenzione sul fatto che gli interventi sbagliati di costruzione o ristrutturazioni, come in questo caso, portano stragi, come successo all’Aquila, in occasione del sisma, in tanti edifici in cemento armato e come successo per altri crolli in Italia”.

In merito all’assoluzione per Luca D’Innocenzo, uno dei quattro imputati assolti “perchè il fatto non sussiste“, Cialente si è così espresso: “Sono contento dell’assoluzione di D’Innocenzo della cui estraneita’ non ho mai dubitato e che in seguito al rinvio a giudizio si dimise da assessore della mia giunta dove stava svolgendo un ottimo lavoro con la delega all’assistenza alla popolazione”. In aula, erano presenti parenti e amici delle vittime che alla lettura del dispositivo hanno ripetuto più volte “Gli studenti dovevano essere fatti uscire”. 

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