Sale la tensione nella penisola coreana: a poche settimane dal 12 febbraio, quando la Corea del Nord ha realizzato il suo terzo test nucleare sotterraneo, l’esercitazione di gruppi militari di prima linea, unità antiaeree e strategiche di missili e armi nucleari in Corea del Sud, ha scatenato l’ira del governo di Pyongyang.
Così la Corea del Nord minaccia la guerra atomica nell’imminenza della scadenza dell’ultimatum sullo stop alle esercitazioni militari congiunte ‘Key Resolve’, tra Corea del Sud e Stati Uniti.
Pyongyang ha bollato le manovre come ‘provocatorie’, un piano per un’invasione. Quindi il governo nordcoreano si sente in dovere di stracciare l’armistizio siglato per chiudere la guerra di Corea (1950-53) e di assestare un attacco preventivo di armi atomiche contro gli Stati Uniti.
Seul ha dichiarato che si tratta solo di iniziative di natura difensiva non legate ai recenti sviluppi della situazione nella penisola. Le manovre fanno parte di una serie di esercitazioni iniziate il primo marzo e che continueranno per altri due mesi.
Il Rodong Sinmun, quotidiano ufficiale del ‘Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori della Corea’, scrive che le forze armate nordcoreane aspettano solo «l’ordine finale» del leader supremo Kim Jong-un per lanciare un attacco, per «trasformare in un batter d’occhio i regimi marionetta degli Stati Uniti e della Cora del Sud in un mare di fuoco», con l’uso di ordigni nucleari.
Come primo atto, la Corea del Nord ha tagliato il collegamento telefonico d’emergenza che attraversa il villaggio di tregua di Panmunjom, dando seguito alla minaccia della scorsa settimana, ventilata per scongiurare le esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud. Il ministero dell’Unificazione di Seul ha reso noto che dalle 9, ora locale, il Nord ha tagliato la linea istituita per affrontare sviluppi improvvisi lungo la zona demilitarizzata che separa le due Coree. Funzionari nordcoreani non hanno risposto ad almeno due tentativi di telefonata di ufficiali del Sud.