Antonio Manganelli, capo della Polizia, è morto oggi, ricoverato da tre settimane in reparto rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Roma. Quella che sembrava essere una innocua infezione respiratoria si è rivelata fatale. Inizialmente è stato ricoverato d’urgenza per l’esportazione di un edema cerebrale e oggi, il ministro Annamaria Cancellieri lo ricorda così: «Era il numero uno, lo Stato lo piange». Antonio Manganelli, un uomo sempre pronto a chiedere scusa e farsi carico di tutti gli sbagli e gli accessi di taluni poliziotti, è morto stamattina lasciando l’amaro in bocca anche se era noto da tempo che combatteva contro un tumore.
Di origini Campane, Antonio Manganelli, 62 anni, era nato ad Avellino ed era al vertice del Dipartimento di pubblica sicurezza dal 25 giugno 2007 prendendo poi il posto di Gianni De Gennaro come capo della Polizia e del quale era già vice. Negli anni Ottanta quando prestava servizio al Nucleo Anticrimine della Polizia ha collaborato a lungo con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e anche questo la dice lunga sulla sua onestà.
E’ stato un uomo schietto, sincero e leale semplicemente perché era una persona perbene. Ha saputo raccogliere tutti i meriti riconosciuti alla polizia e smascherarne contemporaneamente tutti atteggiamenti subdoli e meschini. E’ stato forse l’unico uomo in Italia a saper chiedere ‘scusa‘ al Paese intero qualora si presentasse l’occasione giusta per farlo.
UNA VITA AL SERVIZIO DELLE ISTITUZIONI – È stato docente di Tecnica di Polizia Giudiziaria presso l’Istituto Superiore di Polizia e autore di pubblicazioni scientifiche in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui il manuale pratico delle tecniche di indagine ‘Investigarè (Cedam), scritto con il prefetto Franco Gabrielli, all’epoca direttore del Sisde. Ha diretto il Servizio Centrale di Protezione dei collaboratori di giustizia ed è stato questore di Palermo e di Napoli.
La camera ardente sarà allestita giovedì alla Scuola superiore di polizia: aprirà alle 14 mentre i funerali dovrebbero tenersi venerdì o sabato.
«C’è più sicurezza insieme» ripeteva come un mantra Manganelli. Per il commissario venuto dall’Irpinia e divenuto nel 2007 Capo della Polizia, la sicurezza doveva essere partecipata. Coinvolgere soprattutto i giovani, le scuole e le agenzie educative. Le forze dell’ordine devono assicurare «libertà dalla paura»
Sono molte le autorità che si sono recate all’ospedale San Giovanni, in prima fila il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. Tutti stretti alla moglie e alla figlia di Manganelli.