AUTOSTRADE – Italia uguale Crisi! Aumenta tutto anche se di pochi centesimi e ci verrebbe da pensare dov’è che vanno a finire tutti i soldi ricavati dalla vendita delle sigarette del monopolio di Stato? e tutto il denaro incassato tramite il gambling on line del Belpaese sotto licenza AAMS di giochi d’azzardo, dove è stato depositato? La pecunia in questione viene sottoposta ad un giro burocratico e inutile che magari ne fa perdere le tracce ma i soldi in cassa (allo Stato, si suppone) arrivino comunque.
Ed è così che dopo l’aumento del prezzo dei biglietti per il trasporto pubblico, un servizio, che in particolare modo a Napoli, fa acqua da tutte le parti, ecco che il prossimo 12 aprile scatterà l’incremento tariffario dello 0.70% dei pedaggi sulla rete di Autostrade per l’Italia. Lo dice la società, chiarendo che l’adeguamento sarà su un numero esiguo di tratte e si aggirerà intorno ai 10 centesimi. Con decreto n.145 del 9 aprile 2013 del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, è stato disposto, infatti, si legge nella nota, «l’incremento tariffario dello 0,07% che era stato sospeso il 31 dicembre 2012 per alcuni approfondimenti del governo». «Tale variazione scatterà dalla mezzanotte dell’11 aprile 2013 e avrà effetto su un numero esiguo di tratte in virtù del meccanismo di arrotondamento per eccesso o difetto ai 10 centesimi di euro».
Non saranno contenti tutti gli italiani, che in media, ogni paio d’anni sono costretti a subire un aumento fisso di 10 centesimi. E ritornando all’AAMS (l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) è giusto che i cittadini sappiano alcune cose: in Italia, nel 2011, la raccolta del gioco d’azzardo è stata di quasi 80 miliardi di euro, circa il 5 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale: il 56,3 per cento del fatturato totale è stato raccolto da slot machine e video-lotterie, il 12,7 per cento dai Gratta e Vinci, l’8,5 dal Lotto, il 4,9 dalle scommesse sportive, il 3 per cento dal Superenalotto, e il rimanente da bingo e scommesse ippiche. Il fenomeno sembra essere in continuo aumento, ma tuttavia l’Italia manca di una legge adeguata per affrontare il fenomeno in espansione.
A luglio Reuters, l’agenzia di stampa britannica, pubblicava così: «Anche in un momento di profonda crisi economica, la promessa di un jackpot, in Italia, brilla ad ogni angolo di strada». L’Italia è dunque il più grande mercato del gioco d’azzardo in Europa e uno dei più grandi al mondo. E come la “liberalizzazione controllata” dei giochi online avviata nel 2011 sia stata una scelta che in realtà non abbia portato significativi vantaggi (soprattutto sul fronte del contrasto alle pratiche clandestine) ad un Paese che ha mantenuto, in materia, una legislazione arretrata e un quadro normativo inadeguato ad affrontare un fenomeno in continua espansione (ilpost.it).
Il nostro Paese avrebbe bisogno di un vero governo tecnico per potersi rialzare. Non il professorino di turno… non basta! Ad un tecnico universitario va affiancato un manager, un imprenditore, uno statistico. Un team adeguato per ogni ministero e non il singolo ministro che durante il governo Monti ha continuato ad avvalersi di collaboratori politici e non altrettanto ‘tecnici‘. E poi cosa succede? Pretendono di risollevare il Paese mettendo le mani nelle tasche dei pensionati o di chi ha uno stipendio fisso da 1000 euro mensili, senza sfiorare quel capitale che percepisce un parlamentare ogni mese, scaldando semplicemente una poltrona. E quel popolino che si ostina a ripetere ‘finiremo come la Grecia‘… SVEGLIA! Noi siamo già come la Grecia. L’unica differenza è che loro scendono in piazza e urlano in faccia al mondo la loro disperazione, mentre noi rimaniamo immobili aspettando forse che la politica italiana ci calpesti non più con le tasse, ma fisicamente… costringendoci ai lavori forzati.