Rossella Goffo, il suo omicida condannato a 16 anni di carcere

CronacaRossella Goffo, il suo omicida condannato a 16 anni di carcere

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Oggetto: rovigo rossella goffo - Allegato:foto.jpgAleggia ancora un’aurea di mistero sulla morte della funzionaria della prefettura di Ancona Rossella Goffo, uccisa dal tecnico della polizia Alvaro Benni. Per questo motivo lascia ancora più interdetti la decisione del gup del tribunale di Ascoli, Rita De Angelis, che ha condannato l’uomo a 16 anni di carcere, una pena di gran lunga inferiore rispetto a quella richiesta dalla Procura, 16 anni contro 30.

COME E’ MORTA ROSSELLA? La donna scomparve ad Ancona il 4 maggio 2013, e appena il giorno seguente furono ritrovati solo i suoi resti (ossa, brandelli di vestiti e un braccialetto con la data del suo matrimonio) interrati in un bosco del Colle San Marco ad Ascoli. L’accusa vuole che Binni abbia avuto una relazione tormentata con la donna, e l’avrebbe uccisa perché non sopportava più il pressing della Goffo, determinata ad andare a vivere con lui, mentre il poliziotto non era assolutamente intenzionato a lasciare moglie e 4 figli piccoli.

Dopo tre gironi di processo con rito abbreviato, la sentenza doveva tener conto dell’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, oltre che di occultamento di cadavere. L’uomo tuttavia si è sempre dichiarato innocente. E il giudice non ha riconosciuto l’aggravante della minorata difesa, in quanto non verificabile perché l’inchiesta non è riuscita a stabilire le cause della morte della vittima: «L’importante per quanto ci riguarda non è il numero degli anni, ma il fatto che il giudice abbia ritenuto valido l’impianto accusatorio, riconoscendo la colpevolezza di Binni in ordine ai reati contestati – ha commentato il procuratore capo Michele Renzo -. La pena più bassa rispetto alla nostra richiesta si spiega con la concessione delle attenuanti generiche giudicate equivalenti con l’aggravante dei futili motivi. Ci poteva stare»

Per i difensori di Binni, gli avvocati Sabatino Ciprietti e Pasquale Bartolo, è comunque una sentenza ”che va appellata, ancor prima di aver letto le motivazioni”. Il vedovo della Goffo, Roberto Girardi, che era presente insieme ai due figli, ha commentato: ”Ci interessava che fosse individuato un colpevole e che venisse emessa una sentenza. Sull’entità della pena non entriamo nel merito”. E comunque, ”non è una vittoria per nessuno”.

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