COME E’ MORTA ROSSELLA? La donna scomparve ad Ancona il 4 maggio 2013, e appena il giorno seguente furono ritrovati solo i suoi resti (ossa, brandelli di vestiti e un braccialetto con la data del suo matrimonio) interrati in un bosco del Colle San Marco ad Ascoli. L’accusa vuole che Binni abbia avuto una relazione tormentata con la donna, e l’avrebbe uccisa perché non sopportava più il pressing della Goffo, determinata ad andare a vivere con lui, mentre il poliziotto non era assolutamente intenzionato a lasciare moglie e 4 figli piccoli.
Dopo tre gironi di processo con rito abbreviato, la sentenza doveva tener conto dell’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, oltre che di occultamento di cadavere. L’uomo tuttavia si è sempre dichiarato innocente. E il giudice non ha riconosciuto l’aggravante della minorata difesa, in quanto non verificabile perché l’inchiesta non è riuscita a stabilire le cause della morte della vittima: «L’importante per quanto ci riguarda non è il numero degli anni, ma il fatto che il giudice abbia ritenuto valido l’impianto accusatorio, riconoscendo la colpevolezza di Binni in ordine ai reati contestati – ha commentato il procuratore capo Michele Renzo -. La pena più bassa rispetto alla nostra richiesta si spiega con la concessione delle attenuanti generiche giudicate equivalenti con l’aggravante dei futili motivi. Ci poteva stare»
Per i difensori di Binni, gli avvocati Sabatino Ciprietti e Pasquale Bartolo, è comunque una sentenza ”che va appellata, ancor prima di aver letto le motivazioni”. Il vedovo della Goffo, Roberto Girardi, che era presente insieme ai due figli, ha commentato: ”Ci interessava che fosse individuato un colpevole e che venisse emessa una sentenza. Sull’entità della pena non entriamo nel merito”. E comunque, ”non è una vittoria per nessuno”.