La legge, dunque, non è uguale per tutti. I ‘servizievoli’ favori erano riservati soprattutto a politici e imprenditori. Le intercettazioni del funzionario infedele sono testimoniate da verbali stracciati e di ricorsi insabbiati e da multe praticamente sparite. Sarebbero state due frasi ad inchiodarlo, pronunciate da due dipendenti dell’ufficio: Silvio Quarra e Massimiliano Montanari: «Più de qualcuno l’ha visto che faceva, io adesso non parlo» dice Quarra. Ma ancora più esplicito è Montanari: «l’amichetto tuo che sta nella stanza, che si sarebbe dovuto preoccupare e che non sta con la coscienza pulita».
Per la procura, tali favori, erano soprattutto rivolti a «soggetti istituzionali», personalità del Comune e del Consiglio Regionale ma anche privati cittadini un po’ vip, come i fratelli imprenditori Bernabei, ai quali sono state annullate un migliaio di contravvenzioni.
Tuttavia gli indagati in questa faccenda sono cinque e la loro condotta, per la procura, è senza dubbio dolosa. Proseguono infatti le indagini che riguardano Tiziana Diamanti e Angelo Vitali, arrestati alla fine di aprile: la prima è stata mandata ai dimiciliari per aver collaborato con gli inquirenti, mentre il secondo ha spiegato che tutta la storia delle multe stracciate e dei ricorsi insabbiati sarebbe una sorta di malinteso: aveva raccomandato a Diamanti, sua sottoposta, di «buttare i faldoni da qualche parte». E lei, prendendo quell’ordine alla lettera, li aveva distrutti.