ROMA – I primi indagati nella nuova inchiesta choc sulla pedofilia sono tre: un ex carabiniere, un gestore di agenzia per modelli e il contabile di una parrocchia. Non ci sono sacerdoti per il momento ma il cerchio potrebbe allagarsi se il racconto di don Fabrizio Poggi dovesse essere confermato da prove e riscontri. Cinque pagine raccolte dalla procura di Roma che descrivono un sistema organizzato di prostituzione le cui vittime erano giovanissimi ragazzi stranieri e i clienti religiosi; almeno 9, alcuni dei quali in servizio in chiese romane di diverse zone: dalla Magliana a San Giovanni. I ragazzini, molti dei quali rumeni, si prostituivano per cifre dai 150 ai 500 euro durante gli incontri che potevano avvenire anche nei locali delle parrocchie.
Un fiume in piena davanti ai Carabinieri, il prete che ha scontato in carcere 5 anni per violenza sessuale, e che l’8 marzo scorso ha deciso di mettere nero su bianco le sue accuse pesantissime, facendo i nomi come quelli del sacerdote e dell’insegnante di religione già noti alle forze dell’ordine, descrivendo inoltre i vari ruoli che i soggetti ricoprivano. All’ex carabiniere, secondo il racconto di Don Poggi, era affidato il ruolo di organizzatore e promotore degli incontri. Un racconto che la procura di Roma, adesso, dovrà verificare attentamente.