EGITTO – Popolo in festa in piazza Tahrir, dopo la destituzione da parte dell’esercito, del presidente Mohamed Morsi.
L’esercito, che aveva dato 48 ore al presidente per rispondere al popolo, dopo un incontro con i capi religiosi e il leader dell’opposizione è passato all’azione e alle 19 lo ha avvisato della destituzione.
Il ministro della Difesa egiziano, Abdel Fattah el Sissi, ha annunciato in tv quale sarà il cammino, dopo la destituzione di Morsi, per arrivare alle elezioni presidenziali anticipate, una roadmap per il futuro politico del paese e la creazione di un Comitato nazionale di riconciliazione: costituzione sospesa, il presidente della Corte Costituzionale verrà nominato presidente ad interim, con l’incarico di adottare «dichiarazioni costituzionali» durante il periodo di transizione e il governo sarà formato da tecnici. Le forze armate, ha aggiunto il ministro e capo dei militari: «hanno provato in tutti i modi a promuovere la riconciliazione nazionale negli ultimi mesi e a novembre hanno chiesto il dialogo nazionale, ma il presidente Mohamed Morsi ha respinto la richiesta. In particolare il discorso pronunciato ieri da Morsi non andava incontro alle richieste del popolo e i militari gli hanno spiegato che si oppongono a ogni tentativo di diffamare lo stato».
Al Jazeera e Al Arabiya riportano quattro morti in scontri tra sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi a Marsa Matrouh, una città sulla costa settentrionale. Ci sono stati scontri anche a Sidi Bishr, ad Alessandria e a Minya e Qena.
Al Jazeera denuncia che la sua sede è stata perquisita e che alcuni membri del suo staff sono stati arrestati.
Le reti televisive gestite dai Fratelli musulmani sono state oscurate dopo il discorso in tv del generale Al Sisi.