Il fratello di Emanuela Orlandi: ‘Agca ci faccia trovare mia sorella’

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EMANUELA ORLANDI – La settimana scorsa Ali Agca ha rilasciato alcune dichiarazioni al settimanale ‘Giallo’ in cui confessa di sapere dove si trova Emanuela Orlandi: in un convento del Liechtnstein. Dopo quelle parole Pietro Orlandi, il fratello della ragazza scomparsa da Roma il 22 giugno del 1983, ha lanciato il suo appello all’attentatore del Papa Woojtyla: ‘Ali Agca sa più di quello che dice: ora fornisca le prove delle sue parole e riporti a casa mia sorella’.

Credo che Ali Agca sappia qualcosa sulla scomparsa di mia sorella Emanuela, ma non dica tutto. Ora però deve aiutarci a ritrovarla: faccia i nomi, ci dica esattamente quello che sa. Sono convinto che il sequestro di mia sorella sia strettamente legato all’attentato al Papa, e Ali Agca su quello sa molto più di quanto non dica: qualcuno la pistola in mano deve pure avergliela messa, no? Quindi ora smetta di dire mezze parole e ci dica tutto: se è così religioso come sostiene, si metta una mano sulla coscienza. Parliamo di una ragazzina di 15 anni, strappata alla sua famiglia nel fiore dell’età. Ma come si fa a non avere rimorsi?

Sono queste le parole di Pietro Orlandi dopo aver letto l’intervista di Giallo, a sua volta intervistato dallo stesso settimanale. Il fratello di Emanuela vuole la verità: è finito il tempo di chi parla ma non concretizza con documenti la propria testimonianza. Pietro aveva già incontrato una volta Agca, nel 2010, e anche due anni fa, l’ex terrorista dei Lupi Grigi, accennò alla scomparsa di sua sorella insieme a quella di Mirella Gregori, rinchiuse in un convento a Liechtenstein, sotto la protezione del Vaticano, proprio come ha confessato ultimamente. Sembra che le ragazze siano vive ma che mai e poi mai potranno lasciare quel luogo. All’epoca assicurò al fratello di Emanuela che nessuno aveva abusato di lei e che tuttavia doveva estendere le sue ricerche ad alcuni cardinali che erano a conoscenza dei fatti. Pietro Orlandi lo ha fatto, ma con scarsi risultati mentre è sempre vigile il sospetto che i servizi segreti c’entrino qualcosa in questa vicenda, come confessato dallo stesso Agca, si tratta di: ‘alcuni pezzi deviati del Sismi e della Cia’. Proprio la Cia avrebbe avuto il ruolo di gestire il rapimento a lungo termine’.

Ma adesso Agca se vuole ha la possibilità di parlare fino in fondo, e come racconta il fratello di Emanuela adesso, alle parole, deve accompagnare qualcosa di più. Come Fassoni Accetti, sa qualcosa ma non dice tutto, o magari non tutta la verità. La vicenda è certamente intricata e per Pietro Orlandi in parte esiste un legame con all’attentato del Papa.

Tuttavia sembra che Emanuela era seguita il giorno prima della sua scomparsa. Di ritorno dal mare con le amiche, mentre erano ferme per salutarsi, un uomo scese da un auto le urto il braccio esclamando ‘E’ lei’. Emanuela raccontò tutto alla madre ma non associarono subito le circostanze.

Intanto Pietro si sente osservato, sotto controllo, ma lui è a posto con la coscienza e non ha nulla da temere. E fa sapere che non può abituarsi al fatto che Emanuela non ci sia più, dunque: ‘chi sa parli. Subito.’

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