In Israele la religione ebraica apre alla cannabis terapeutica

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CANNABIS TERAPEUTICA – La marijuana terapeutica è ufficialmente consentita dalla religione ebraica. Il rabbino ortodosso Efraim Zalmanovich ha infatti recentemente dichiarato la sostanza “Kosher”, ovvero adatta alle regole seguite dagli ebrei osservanti.

Le motivazioni addotte dal rabbino hanno a che fare con una delle principali funzioni della cannabis terapeutica, ovvero quella di lenire il dolore. Se utilizzata a tale scopo, la marijuana diviene un mezzo per diminuire le sofferenza, ed è, dunque, conforme alle prescrizioni religiose.

La decisione di Zalmanovich è degna di nota, ma non stupisce più di tanto, dato che lo Stato di Israele ha legalizzato l’uso medico della cannabis da molti anni. Tra l’altro, il primo ad identificare il THC – il principio attivo della cannabis – è stato proprio uno scienziato israeliano, Raphael Mechoulam, il quale continua a collaborare attivamente alla ricerca sul dolore.

Gli utilizzi terapeutici della cannabis vanno, però, ben oltre la diminuzione del dolore. La ricerca scientifica ha portato alla luce numerose proprietà della marijuana, che comprendono la possibilità di curare malattie come il Parkinson, l’Alzheimer, la Sclerosi Multipla e i tumori, dato che la sostanza è in grado di ridurre le metastasi.

La marijuana terapeutica viene assunta in diversi modi, tra i quali il più comune è quello di inalarla tramite vaporizzatori per uso medico, i quali consentono di beneficiare dei principi attivi della cannabis, evitando la tossicità prodotta dalla combustione.

Nello Stato di Israele i pazienti sotto terapia di cannabis sono circa 11.000, statistica che fa guadagnare al Paese il record mondiale del numero di pazienti in rapporto alla popolazione complessiva. Il trattamento è monitorato dal Ministero della Salute israeliano nella persona del dottor Yehuda Baruch, il capo dell’ospedale psichiatrico Abarbanel di Bat Yam, responsabile del progetto della marijuana medica. Nei dispensari medici, la cannabis viene fornita in spinelli appositamente preparati, o inserita all’interno di alimenti Kosher.

Ad alcun pazienti opportunamente selezionati è inoltre consentita la coltivazione domestica delle piantine di cannabis.

Secondo gli studi effettuati nel Paese, l’utilizzo terapeutico della sostanza si rivela efficace nella maggiore parte dei casi di dolore causato dalle metastasi tumorali. Si è rivelato molto positivo, inoltre, nel combattere gli effetti collaterali della chemioterapia.

I centri di ricerca israeliani stanno effettuando da tempo studi sui benefici della marijuana per lenire alcuni disturbi che colpiscono soprattutto gli anziani, come l’insonnia, gli spasmi muscolari e la diminuzione della capacità neuro cognitive. Nel prossimo futuro alcuni ricercatori inzieranno uno studio sull’utilizzo della sostanza per ridurre la disfagia, ossia la difficoltà a deglutire, problema che interessa molti soggetti in età avanzata.

Pare dunque che la cannabis abbia tutte le carte in regola per candidarsi come possibile sostituto dei farmaci tradizionali per la cura di molte patologie. Le ricerche menzionate sono solo alcuni degli studi effettuati a riguardo; per chi volesse saperne di più, qui si puo’ trovare un interessante approfondimento sulla storia della marijuana adibita ad usi medicinali.

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