I giudici hanno disposto la trasmissione dei verbali alla Procura, per valutare la posizione di massimo Ciancimino e quella dell’altro accusatore, il colonnello Michele Riccio .
Ci sono voluti 5 anni di udienze e 7 ore e mezza di camera di consiglio per stabilire un minimo di verità; in questo modo, il tribunale ha restituito l’onore a Mori e Obinu, per i quali erano state chieste condanne a 9 e 6 anni e mezzo di carcere. Il Pm ha annunciato l’impugnazione della sentenza, che l’accusa non condivide in nessuna parte.
Da parte degli imputati non ci sono stati commenti, mentre il loro difensore, l’avvocato Basilio Milio ha parlato della “fine di un massacro mediatico, di 5 anni di linciaggio, di teoremi, di falsità e di calunnie. Eravamo fiduciosi per le carte, ma i condizionamenti ambientali e le pressioni costanti ci preoccupavano”.
Al processo appena concluso, si collega il tema della trattativa tra Stato e mafia che è al centro di un altro procedimento che è in corso a Palermo, e che vede tra gli accusati capimafia e politici, come l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino che è accusato di falsa testimonianza, e Marcello dell’Utri. In questo dibattimento sono inserite le famose intercettazioni distrutte dopo la sentenza della Corte costituzionale, che vedono come protagonista anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In una delle udienze iniziali, Mori affermò che non ci fu nessuna trattativa tra la mafia e lo Stato, e la sentenza di Palermo gli dà ragione. In precedenza, l’ex generale si oppose alle accuse di Ciancimino, e si definì la vittima di “un composito movimento di opinione che sostiene insistenti ipotesi e teorie suggestive.
Non sono mancati i commenti politici alla sentenza di Palermo, per il Pdl i commenti sono favorevoli. Maurizio Gasparri ha affermato che il generale Mori la mafia l’ha sempre combattuta e la sentenza di assoluzione lo ratifica. Vi è un’implicita richiesta, da parte del rappresentante del PDL, di riconoscimento dei meriti di Mori, e molti dovrebbero scusarsi con lui, poiché hanno utilizzato un’antimafia di maniera. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Fabrizio Cicchitto, che evidenzia che Mori è stato perseguitato per molti anni per avere svolto in Sicilia un ruolo fondamentale nella lotta alla mafia.