Egitto, cortei in pausa ma la tensione resta alta

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EGITTO – Le manifestazioni si fermano oggi al Cairo. I Fratelli Musulmani hanno deciso di cancellare i cortei per la sicurezza dei partecipanti. Ma la tensione resta tuttavia alta.  I militari controllano i documenti a tappeto e si teme che gli scontri possano riprendere da un momento all’altro.

Altri manifestanti pro-Morsi non demordono e hanno circondato la presidenza egiziana a Heliopolis. La sede è presidiata in forze dai blindati militari mentre i Fratelli Musulmani tutte con le braccia alzate indicano il numero quattro che vuol dire: «siamo tutti di Rabaa» (la piazza del massacro di mercoledì), perché 4 in arabo significa «arba-ah», e invertendo le lettere si arriva alla parola Rabaa.
36 uomini dei Fratelli Musulmani, invece, sono morti in prigione probabilmente per aver inalato dei gas lacrimogeni.

Nonostante tutto anche dai vertici militari arrivano segni di distensione. «L’esercito non ha intenzione di prendere il potere e vuole l’inclusione degli islamisti – dice ministro della Difesa e capo delle forze armate egiziane, il generale Abdel-Fatah el-Sissi. – Abbiamo dato molte possibilità per mettere fine alla crisi in modo pacifico e chiediamo che i seguaci dell’ex regime partecipino alla ricostruzione del percorso democratico e si integrino nel processo politico e nella mappa futura». Al-Sisi dice che «In Egitto c’è spazio per tutti». È questa la frase più conciliante dell’intervento tenuto oggi ripresa sul profilo Facebook dell’esercito.

IL BILANCIO – Intanto il bilancio dei morti derivanti da questi scontri è di 79. Lo riferisce il governo egiziano citato dall’agenzia di Stato Mena.

ELBARADEI A VIENNA – Nel frattempo, come riporta il Corriere della Sera, l’ormai ex vicepresidente dell’Egitto Mohammed El Baradei ha lasciato il Cairo e si è diretto a Vienna. Prima di imbarcarsi sul volo, si è rifiutato di parlare con i giornalisti. Il premio Nobel per la Pace si è dimesso nei giorni scorsi in seguito all’eccessivo uso della forza da parte dell’esercito per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi.

Anche il vecchio continente si sta adoperando per la questione egiziana. E proprio il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso hanno chiesto alle autorità egiziane di evitare ulteriori escalation di violenza nel paese.

Gli arresti, invece, sono di circa 1.000 sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi, mentre la procura generale egiziana accusa di omicidio e terrorismo 250 membri della Fratellanza Musulmana.
Nel frattempo ultimi sostenitori pro-Morsi sono usciti dalla Moschea che avevano occupato, scaduto l’ultimatum che li voleva fuori dal luogo di culto, la polizia ha iniziato il suo assalto.

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