Melania Rea, la piccola Vittoria chiede tutti i giorni della mamma

CronacaMelania Rea, la piccola Vittoria chiede tutti i giorni della mamma

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omicidio-melania-rea-parla-il-fratello-micheleCASO REA – Sono passati due anni ormai dalla morte di Melania Rea, 29 anni, per il quale l’unico indagato e ora in prigione è il marito, Salvatore Parolisi, 34 anni, ex caporalmaggiore dell’esercito. Melania, ricordiamo, è stata uccisa  con 35 coltellate in un bosco di Ripe Civitella, nel teramano, e il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo grazie ad una telefonata anonima. Il marito venne ripetutamente interrogato dimostrandosi sdegnato quando gli venivano avanzate le prime accuse di omicidio, soprattutto dopo che gli inquirenti scoprirono la sua relazione extra coniugale con la soldatessa Ludovica Perrone, della stessa età della moglie. Per i giudici è stato Salvatore Parolisi ad uccidere la moglie senza pietà, dopo che la donna gli avrebbe negato un rapporto sessuale. Ma per i parenti di Melania questa motivazione non convince. Salvatore Parolisi si trovava intrappolato in questo triangolo amoroso.

In particolare il fratello di Melania, Michele Rea, come riporta il settimanale ‘Giallo’, racconta quanto la figlia della sorella cerchi ogni giorno la madre tramite una fotografia chiedendo: ‘Perchè mamma non torna a casa?‘. I nonni e lo zio cercando di spiegarle che purtroppo la mamma non potrà più tornare, ma quello che non sa è che proprio il suo papà è stato ad ucciderla. La piccola Vittoria è una principessina, è determinata e racconta Michele Rea:

Melania, oltre che una brava moglie, era una splendida mamma: vittoria, la sua bambina, al momento della sua morte aveva solo 18 mesi. Oggi la piccola ha 5 anni ed è bellissima, socievole. vive con i miei genitori, ai quali è stata affidata dal Tribunale, e assomiglia molto a Melania, sia fisicamente, sia nel carattere: per esempio, da mia sorella ha ereditato la grande passione per il canto. Nonostante tutto quello che ha già dovuto passare, è una bamina forte e determinata. Anzi, in alcuni momenti è proprio lei a darci la forza per andare avanti: quando la vedi girare per casa, quando ti fa uno dei suoi sorrisi, ti senti bene. Noi  non le faremo mai mancare niente, ma il bene che Melania aveva per lei non glielo possiamo dare, perché non siamo Melania

Melania Rea era innamoratissima di Salvatore e avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenere salda la famiglia cercando di allontanare la donna con il quale Parolisi la tradiva. Melania ha cercato di risolvere la questione da sola ma alla fine i suoi famigliari lo vennero a sapere tanto che Michele, il fratello, affrontò di persona Salvatore il quale gli giurò che era stata in solo una scappatella. Michele lo credette, come non fidarsi di lui. Lo hanno visto crescere insieme a Melania e non avrebbero mai immaginato che proprio lui fosse stato ad uccidere Melania, anche appena dopo la sua morte hanno continuato a dargli fiducia, poi scemata quando gli inquirenti hanno incominciato ad accusarlo di omicidio insieme a tutte quelle telefonate ed email che Salvatore si scambiava con la sua amante dicendo (riferendosi a Melania, ndr) ‘Questa donna mi sta portando all’esasperazione’; mentre a Ludovica scriveva: ‘Il mio futuro è con te perché tu sarai con me, che ti piaccia o no’.

Ma come riporta il settimanale ‘Giallo’, Michele, parla solo della sua nipotina e spiega che quando sarà cresciuta starà lei a giudicare il padre e il comportamento di quella famiglia che adesso si sta prendendo cura di lei. Continua:

Saranno gli psicologi che ci diranno quando sarà il momento di dirle tutto quello che è successo. A quel punto saremo noi a trovare le parole giuste per dirglielo

Il colpevole attende che riprenda il processo il 25 settembre e nel frattempo sta scontando l’ergastolo nel carcere di Teramo: e con la condanna, lo ricordiamo, ha perso anche la patria potestà sulla piccola Vittoria. Intanto Michele ha occhi solo per Vittoria e dichiara:

Lei è la vita che va avanti, che cresce, la ragione per vivere e per sentire Melania vicina. Vittoria non è e non sarà mai Melania, ma guardandola negli occhi rivediamo anche lei, la sua dolcezza e la sua voglia di vivere.

A Michele manca la sorella, la sua compagna di giochi, la sua amica più vera e per lui è tuttavia molto difficile andare avanti e il suo più grande timore, nonostante l’ergastolo abbia alleviato il dolore della famiglia Rea, è che andando avanti con il processo la pena possa essere diminuita. Ma specifica che lui e la sua famiglia vuole solo giustizia e non vendetta. Combatteranno affinché la pena resti tale e ‘I giudici – spiega Michela Rea – non devono avere paura di andare avanti. Devono cercare la verità‘.

Tante sono le storie raccontate su questa vicenda che hanno depistato le indagini e tante altre che hanno portato gli inquirenti a scoprire la verità. Un esempio fu la prova che Paraolisi chattava con il nickname di “corpo a corpo”. I messaggi hot inviati ai trans erano stati cancellati dal suo computer ma i carabinieri sono riusciti a recuperarli. Per l’accusa si trattava di un’ulteriore conferma del movente passionale fino ad avanzare ipotesi che Melania sapesse qualcosa e per questo motivo venne uccisa.

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