OMICIDIO MEREDITH – Prima l’accusano, poi l’assolvono, prima è nero, poi bianco e poi di nuovo nero e Amanda Knox non ci sta. Del resto i pm dovevano aspettarselo dopo la clamorosa sentenza della Corte d’assise d’appello di Perugia che aveva assolto lei e il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito, 29 anni, dalle accuse di omicidio e violenza sessuale nei confronti della studentessa inglese Meredith Kercher per cui erano stati condannati in primo grado.
Non voglio sfuggire a un nuovo processo, ma in Italia non ci torno. Ho sostenuto 86 udienze e ho presentato decine di dichiarazioni spontanee, cos’altro dovrei fare?
Queste sono le dichiarazioni di Amanda dalla sua casa di Seattle, negli Stati Uniti. Il processo ha portato ad un’assoluzione illogica e adesso si vuole ricorrere ai ripari. Ma non era certo difficile immaginare che appena dopo la scarcerazione Amanda Knox sarebbe volata in America, nella sua patria, per non ritornare più in Italia. Come riporta il settimanale ‘Giallo’ il legale di Amanda, Luciano Ghirga, dichiara: ‘Amanda non sta fuggendo da niente, solo non capisce come sia possibile che processualmente una cosa sia nera, poi bianca e ora di nuovo nera’. In replica, Francesco Maresca, legale della famiglia della vittima: ‘Dovrebbe presentarsi per il rispetto dovuto alla Corte e alla povera vittima, di cui non si parla mai. E dovrebbe smetterla di dipingersi come una vittima della giustizia’.
Della presenza o meno al processo di Raffaele Sollecito non si sa ancora nulla. Nelle ultime dichiarazioni esternava il suo disagio per la riapertura del processo nei suoi confronti, tanto da lanciare sul suo sito internet una sottoscrizione pubblica per raccogliere del denaro, circa 500mila euro, per pagarsi periti e avvocati. Il suo creditore potrebbe diventare tuttavia Amanda, visto che con la pubblicazione del suo libro, in cui raccoglie memorie dal carcere, è stata pagata con ben 3 milioni di euro.
IL DELITTO – C’erano tutti gli indizi che portavano alla condanna della Knox, Sollecito e il l’ivoriano Rudy Guede. Una notte piccante sfocia in comportamenti sessuali violenti. Amanda e Raffaele si appartano, Rudy cerca di abusare di Meredith che lo respinge e così tutti e tre si avvento sulla ragazza alla quale tagliano la gola. La 22enne morirà dopo una lenta agonia. Così i tre ragazzi, nelle ore successive al delitto, cercano di depistare ogni traccia, ma è inutile, tutti gli indizi vanno contro di loro. Inizialmente Amanda Knox viene condannata a 26 anni di carcere, Raffaele a 25 anni e Rudy sceglie il rito abbreviato cavandosela con 16 anni. Amanda cerca di coinvolgere anche il suo ex datore di lavoro che l’aveva licenziata ma viene poi condannata per calunnia a 3 anni di carcere.
Poi nel 2011 la Corte d’assise d’appello assolve Knox ed ex fidanzato, lasciando Rudy in carcere, tanto da provocare lo sdegno della cittadina perugina che ha contestato il modo in cui le indagini scientifiche sono state condotte dal primo momento.
Tuttavia la Corte di Cassazione ha denunciato le falle logiche delle indagini e per questo motivo è stato annullata la sentenza di assoluzione presentandone le motivazioni, criticando, inoltre, l’illogicità degli atti.
Comunque sia anche se la Knox non si presenterà al nuovo processo dovrà nominare un avvocato che l’assista o le sarà affidato un d’ufficio, e qualora venisse ricondannata verrà estradata in Italia, dagli Stati Uniti, per finire di scontare la pena.