Era il 16 dicembre del 2012 quando la giovane, ribattezzata dai media ‘Nirbhaya‘ (Colei che non ha paura), è salita con un suo amico sull’autobus per tornare a casa dopo esser andata al cinema in un quartiere a sud di New Delhi. Sull’autobus, si trovavano i sei ragazzi che dopo aver bloccato e malmenato il ragazzo, hanno violentato la giovane studentessa. Nirbhaya e il suo amico, successivamente, sono stati abbandonati seminudi in una strada. “Sono in parte sollevata da questa tragedia, perché sento che giustizia è stata fatta“, è il commento della madre della giovane vittima al termine della sentenza di condanna a morte per i quattro imputati. Il padre della ragazza, ha ringraziato “le forze dell’ordine, i media e la gente che ci ha accompagnato in questi difficili momenti“. Probabilmente, proprio grazie alla risonanza mediatica data a questa drammatica vicenda, si è giunti alla condanna dei quattro imputati. Si tratta, infatti, del primo caso di condanna capitale per reati sessuali dopo l’inasprimento delle pene deciso dalle autorità locali proprio in seguito all’ondata di brutali violenze contro le donne nel Paese.