Il termine razzismo indica l’insieme di teorie che supportano l’idea che il genere umano sia diviso in razze biologicamente differenti e gerarchicamente diseguali. Tale definizione è facilmente rinvenibile su un qualunque dizionario ed è come potete intuire di facile lettura, eppure molte volte il termine razzismo viene piegato e strumentalizzato, certe volte persino inflazionato.
Nel mondo del calcio la parola razzismo ritorna molte volte a galla in seguito a beceri cori di alcune tifoserie che in modo reiterato urlano il loro disprezzo nei confronti di una determinata “razza”. Proprio negli ultimi giorni tale termine è tornato prepotentemente a campeggiare sui maggiori quotidiani sportivi italiani in seguito alla richiesta dell’A.D. del Milan Adriano Galliani di abolire ogni sorta di punizione nei confronti della discriminazione territoriale. Il dirigente rossonero nei giorni scorsi ha così dichiarato: “Se sono arrabbiato? Arrabbiato è dire poco. La discriminazione territoriale esiste solo in Italia, l’Uefa parla di discriminazione razziale, quella territoriale ce la siamo inventata in Italia.” In realtà in parte Galliani ha ragione, effettivamente la discriminazione territoriale è un’invenzione tutta italiana, ma ciò non vuol dire che non vi sia in realtà effettiva discriminazione territoriale, purtroppo l’A.D. rossonero ha dimenticato che viviamo in un paese profondamente frazionato al suo interno, un paese governato da politici che predicano da anni lo scissionismo. Certo è strano che proprio Galliani chieda d’improvviso un deflazionamento del termine razzismo, lui che negli ultimi anni aveva contribuito con forza ad inflazionare tale termine applicandolo ad ogni sorta di coro contro i suoi pupilli. Personalmente noi crediamo che effettivamente negli anni passati tale termine sia stato usato eccessivamente o quantomeno in maniera disomogenea, non ci sembra giusto infatti che un “devi morire” rivolto ad un giocatore di colore sia interpretato come coro razzista mentre lo stesso canto rivolto ad un altro giocatore diventi un normale sfottò. Insomma, troppo spesso negli ultimi anni la giustizia sportiva ha peccato di difformità creando malcontento tra le società.
Lo stadio si sa, è luogo di divertimento dove lo sfottò e la goliardia trovano il loro naturale sfogo, purtroppo però molte volte a trovare sfogo sono anche l’ignoranza e la stupidità di alcuni gruppi di tifosi. Sciaguratamente le istituzioni stanno a guardare alimentando implicitamente il fuoco del degrado morale che lentamente brucia la nostra società, addirittura in alcuni casi l’ignoranza ultras viene giustificata con frasi di circostanza. Recentemente molte polemiche sono nate dalla chiusura delle curve di Milan e Inter per i soliti beceri cori rivolti al popolo napoletano, in seguito a tali avvenimenti molti dirigenti si sono indignati definendo tali cori “normali sfottò da stadio”. Certo il malcostume, mai punito, che serpeggia da anni nella nostra società ha portato queste persone a credere che certi striscioni e certi canti siano normali, francamente noi ci permettiamo di dissentire con tali teorie. Come si fa ad equiparare un “Giulietta è ‘na zoccola” con un “Napoli Colera”, o ancora un “Vesuvio pensaci tu” con un semplice “Parma…cotto in 90 minuti”? La domanda sembra quantomai spontanea, eppure alcuni personaggi vogliono farci credere che questi striscioni e questi canti abbiano la stessa valenza. Per fortuna possiamo affermare con assoluta certezza che mai i tifosi del Napoli hanno invocato una nuova alluvione in Valtellina, una nuova piena del Tanaro o un nuovo terremoto in Emilia, nonostante ciò però in molte occasioni le tifoserie avversarie hanno invocato a piena voce la morte di milioni di partenopei per mano del Vesuvio. Come si fa quindi a giustificare chi invoca l’altrui morte? Come si può, solo pensare di abolire una legge che punisce quella (si spera) ristretta cerchia di persone che odia a tal punto il sud e chi lo rappresenta (Napoli) da augurargli di venire spazzato via da una lingua di fuoco? A noi l’idea ci sembra quantomai stupida e speriamo, che chi di dovere intervenga per sedare gli animi di alcuni dirigenti troppo esuberanti, certo sappiamo perfettamente che il razzismo troverà sempre terreno fertile in quella piccola e debole cosa che è il cervello umano ma speriamo quantomeno nel profondo impegno da parte di tutte le istituzioni affinché questo malcostume venga spento sotto un mantello di rispetto. Non serve a niente eliminare le punizioni per far finta che non esista nessuno da punire.