NAPOLI- Roberto Saviano ha testimoniato al processo contro il clan dei Casalesi. Il giornalista e scrittore napoletano è stato ascoltato in Tribunale a Napoli per il ruolo chiave di testimone che ricopre. Saviano ha riferito di aver subito delle minacce durante il ricorso in appello del famoso processo “Spartacus” contro il clan camorristico, da parte dei boss dei Casalesi Francesco Bidognetti e Antonio Iovine attraverso i loro avvocati. Lo scorso giugno aveva già testimoniato a tale proposito anche la giornalista e senatrice del Pd Rosaria Capacchione che pure aveva riferito di aver subito delle minacce. Sia Saviano che Capacchione risultano per questo parti civili nel processo. Sono stati imputati gli avvocati Michele Santonastaso e Carmine D’Aniello che si sono occupati della difesa dei boss. Nel corso del processo ai Casalesi hanno subito minacce anche gli allora magistrati Federico Cafiero de Raho e Raffaele Cantone di cui però si occupa il Tribunale di Roma.
Come riporta l’ANSA, interrogato al processo Saviano ha detto: ‘‘Immagino che la mia vita possa essere libera solo all’estero, in Paesi che possano darmi un’altra identità, così che possa permettermi una vita nuova che comincia da zero. Ho la sensazione di essere un reduce dopo una battaglia. Vivevo a Napoli e immaginavo la possibilità di una carriera universitaria. I rapporti con i miei familiari sono diventati complicati. Il progressivo aumento della scorta rende difficilissima la vita quotidiana. Non esistono passeggiate, nessuna forma di vita normale, non posso prendere il treno né la metropolitana o scegliere un ristorante senza concordarlo con la scorta”.