Non a torto Napoli può essere definita la capitale dei monumenti artistici degradati ed in fase di disfacimento. Tantissimi siti storici statali e comunali sono al collasso, e ora si scopre che anche le proprietà della chiesa rischiano una fine irreversibile. A lanciare un nuovo allarme è il comitato di Portosalvo che evidenzia come la curia partenopea abbia fallito con il suo progetto di affidamento di molti siti ai privati, cioè ad associazioni e volontari. In città sono tantissimi i luoghi sacri negati al pubblico, basti pensare che ogni strada di Napoli presenti facciate sacre e cappelle per lo più chiuse da tanti lucchetti.
Basta girare per il centro storico e imbattersi in tante chiese e cappelle che presentano in bella mostra erbacce e degrado sulla propria soglia.
Sabato prossimo, alle ore 11, in Largo Donnaregina, il comitato Portosalvo ha organizzato un sit in per denunciare l’abbandono di tutte le chiese chiuse ubicate in città. Sono troppi i templi sbarrati e degradati che restano chiusi nonostante gli annunci e le proposte fatte in questi anni. E sono tante le polemiche rivolte contro la curia da parte delle associazioni di volontariato che vorrebbero affrontare concretamente questo spinoso argomento.
L’unico dato certo è che il progetto varato dalla curia napoletana è fallito miseramente. Oramai da anni si cerca di restituire al pubblico e ai turisti le tante chiese del centro storico che versano in un assurdo stato di abbandono e di degrado, abbandonate anche dai ladri che hanno rubato su commissione statue ed altari. Nel 2011 la curia partenopea aveva emesso un bando denominato “Chiese da riaprire” con l’obiettivo di affidare a volontari e associazioni il compito di restituire alla città, alla cultura e all’artigianato luoghi da decenni non più accessibili. Purtroppo, solo poche chiese sono state assegnate, tra queste la basilica di San Giovanni Maggiore, affidata all’Ordine degli Ingegneri, che organizza concerti, conferenze e convegni, mentre la domenica è lasciata libera per le attività di culto.
Restano ancora chiusi importanti siti storici come le chiese di Sant’Agostino alla Zecca o Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, la Sapienza o Santa Maria del Popolo agli Incurabili.