Priebke, l’ex ufficiale dell’SS è morto senza rinnegare il suo passato

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ERICH PRIEBKE – Un uomo, pare, che non si arrende nemmeno davanti alla morte. E’ questo il primo pensiero che balza alla mente quando ascoltiamo le parole del suo legale il quale dichiara di aver depositato, come ‘ultimo lascito’, un ‘testamento umano e politico’ in cui ‘non rinnega il suo passato. Si tratta di Erich Priebke, capitano delle SS in Italia durante la guerra mondiale. E’ morto oggi, all’età di 100 anni, compiuti a luglio, e condannato all’ergastolo per aver partecipato sia alla pianificazione e sia alla a realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine durante il quale, nel 1944, vennero fucilati 335 civili italiani a Roma come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato la morte di 33 militari tedeschi.

Uomo in latitanza, il suo primo sbaglio fu quello di ammettere all’emittente televisiva americana, Abc, nel 1944, di essere proprio lui l’ex capitano delle SS. Sorpreso in Argentina, dunque, fu estradato in Italia nel 1955 e imputato di concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani. Il Tribunale militare ordinò la scarcerazione dichiarando il «non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione». La Corte di Cassazione annullò però la sentenza e dispose un nuovo processo a suo carico. Nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. A causa dell’età avanzata, però, l’ex SS ottenne gli arresti domiciliari.

IL CONTENUTO DELLA SUA LETTERA – Priebke nella sua lunga lettera dichiara: “Ho scelto di essere me stesso“, e in merito alla sua condanna all’ergastolo “la fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare“. E ancora più cieco rinnega, nella sua intervista-testamento politico, l’evidenza dell’Olocausto e rivendica: “Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau“.

E dinanzi a queste parole interviene Riccardo Pacifici, il presidente della Comunità ebraica di Roma: “Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo. – Continua Pacifici – E’ difficile provare emozione di fronte alla morte di un criminale, un soggetto che nell’arco della sua vita, e qui rimane l’amarezza, non ha mai mostrato nessun momento di cedimento e non ha mai confessato i suoi peccati di gioventù. Non si è mai pentito delle azioni criminali, non ha mai avuto pietà per le sue vittime e neanche per i loro familiari”. “Io personalmente oggi non riesco né a ridere né a piangere“.

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