UE 2014 – Nel corso della settimana la Commissione europea ha adottato alcune relazioni annuali in cui raccomanda di concedere all’Albania lo status di paese candidato a far parte dell’UE. E’ previsto anche l’avvio di negoziati di adesione con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Nel frattempo, si valutano i progressi compiuti nello scorso da altri paesi dei Balcani occidentali e dalla Turchia per un’eventuale adesione all’Unione. Intanto, il governo islandese ha deciso di sospendere i negoziati di adesione.
Il Commissario Štefan Füle ha dichiarato: “Il processo di allargamento è in corso e, nonostante la crisi economica, si conferma una politica valida, che costituisce parte della soluzione. L’allargamento rimane una delle politiche più efficaci dell’UE. Affrontando in via prioritaria questioni fondamentali quali la lotta alla corruzione, la solidità della governance economica, la libertà di espressione e i media, i diritti umani e la tutela delle minoranze, l’allargamento consolida la stabilità politica ed economica nei paesi aspiranti e nell’intera UE.”
La strategia adottata oggi conferma la pertinenza degli elementi fondamentali dei criteri di adesione di Copenaghen concordati dall’UE. Uno di questi è lo Stato di diritto, che resta al centro del processo. I paesi che intendono aderire all’Unione devono risolvere questioni come la riforma giudiziaria e la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.
La lunga crisi economica mondiale ha posto in evidenza la necessità per tutti i paesi di rafforzare la governance economica e di migliorare la competitività.
Gli avvenimenti politici ed economici verificatisi in diversi stati candidati all’adesione hanno evidenziato la necessità di rafforzare le istituzioni democratiche. E’ evidente che i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia devono intraprendere nuove riforme per garantire il rispetto della libertà di espressione e dei diritti delle persone appartenenti a minoranze, compresi i rom. Servono nuove misure per difendere i gruppi vulnerabili dalle discriminazioni, in particolare quelle basate sull’orientamento sessuale. La Commissione ha deciso che darà centralità a questi temi nell’ambito del processo di adesione.