Quelle trasmesse dal Tg2 sono immagini “orripilanti” e “assolutamente inaccettabili” secondo il ministro degli Esteri, Emma Bonino. “Non bisogna colpevolizzare un’intera categoria ma punire individualmente, con severità, chi è responsabile di non rispettare valori del nostro paese”, ha aggiunto.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, condanna quanto accaduto nel centro di accoglienza. “Le procedure non prevedono persone nude in un capannone e irrorate con un disinfettante – dice in un’intervista a Radio Capital – ero in Consiglio dei ministri e ho visto le immagini con Alfano, che è balzato sulla sedia e si è attivato per capire chi fosse il responsabile. Non c’è solo la sicurezza, ma anche la dignità da rispettare. I controlli vengono fatti dagli ispettori, interverrà il ministero degli Interni”.
Pare che i tempi dei lagher, per alcune persone, non sono mai finiti. Inoltre la cooperativa che gestisce il Cpsa incassa da 30 a 50 euro al giorno per ogni ospite. Un pugno allo stomaco le parole che riporta la Repubblica: “Scaricavano acqua fortissima sui nostri corpi – continua Ahmed, che nasconde il suo vero nome per paura di rappresaglie – ci faceva male”. Dolore fuori e umiliazioni dentro. “Tutti nudi, uno accanto all’altro. Provavo grande imbarazzo. È stato terribile… perché ci hanno trattato come macchine all’autolavaggio?”. La sua domanda rimane appesa, Ahmed chiude la comunicazione e torna a riposarsi sul suo materasso lercio buttato a terra sotto la tenda fatta con le coperte termiche. È “guarito”, la scabbia non c’è più. Ma al Centro l’aria è ancora irrespirabile.
Intanto i gestori del centro si difendono: “Alcune criticità – ammette il responsabile – ci sono, ma sono legate alla situazione della struttura. Quando abbiamo preso in gestione il Centro, il 1° giugno del 2007, la stampa lo ha definito ‘un albergo a quattro stelle’, oggi ci accusano invece del contrario. Certamente ci sono alcune carenze strutturali che vanno risolte, ma di sicuro non è un lager”. Galipò difende “il lavoro svolto con professionalità” all’interno del centro da una cinquantina di operatori tra medici, infermieri, psicologi e mediatori culturali. In riferimento ai getti sanitari per la disinfestazione all’aperto, mentre i migranti erano tutti nudi al freddo, senza un minimo di privacy, Galipò dice: “E’ il protocollo da seguire quando si spruzza un prodotto come il benzoato di benzina…”.