Pussy Riot scarcerata. Maria Alyokhina voleva rifiutare il rilascio

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(Foto A/P)

Scarcerata una delle Pussy Riot, si tratta della 25enne Maria Alyokhina. Tuttavia la sua dichiarazione è ancora più sconvolgente: «Solo propaganda del Cremlino. Se avessi potuto avrei rifiutato». E così mette nuovamente ko il governo Russo. D’altro canto il parlamento sovietico, la Duma, aveva concesso l’amnistia alle ultime due attiviste incarcerate dopo il concerto anti—Putin nella cattedrale di Mosca. Intanto l’avvocato della di Maria ALyokhina dichiara: «è stata liberata, tutti i documenti sono stati redatti e firmati». Tornerà a casa oggi stesso e in treno.

La Pussy Riot però non si esime nell’esternare il suo pensiero circa questa decisione. Per lei si tratta di un’operazione di facciata, almeno è quello che si evince dalle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti alla stazione dei treni di Nizhni Novgorod.Maria incontrerà a breve un gruppo di difensori dei diritti umani. Il legale non ha commentato il possibile progetto della propria assistita di tornare a Mosca. Del suo rientro nella capitale russa ne aveva parlato Piotr Verzilov, il marito dell’altra Pussy Riot, Nadia Tolokonnikova: «Masha è uscita dalla colonia penale numero 2 di Nizhni Novgorod. Ora è diretta alla stazione con il suo avvocato, da lì partirà per Mosca».

Ma le novità non finiscono qui. Pare che in programma ci sia un secondo rilascio che dovrebbe avvenire nel pomeriggio, ed è proprio quello di Nadia, 24 anni, detenuta in Siberia, ma la notizia non è stata ancora confermata.

Comunque sia il pensiero della Alyokhina è chiaro nei confronti di questa nuova misericordia da parte  del leader russo: «Una profanazione». «Se avessi potuto, avrei rifiutato la misericordia» di Putin, sono state le sue prime parole dopo la liberazione. Alyokhina ha definito l’amnistia «Non un atto umano, ma profanazione». La Pussy Riot scarcerata spiega: «non viene rilasciato nemmeno il 10 % dei detenuti», mentre le donne incinta, incluse ufficialmente nel testo, sono per la maggior parte in carcere per reati gravi e dunque non ne beneficeranno. Appena rilasciata, Aliokhina non è partita subito per Mosca, ma si è recata al locale ufficio della ong «Comitato anti Tortura», un gruppo di avvocati difensori dei diritti umani, per discutere di una sua denuncia scritta in cella.

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