Angelina Jolie a maggio ha rivelato al pubblico di essersi sottoposta a mastectomia con la rimozione di entrambi i seni, dopo aver scoperto di avere il gene ‘difettoso’, il Brca1 che causa il tumore al seno.
Negli Stati Uniti, ma anche in Italia, le dichiarazioni della diva hanno portato a un rapido incremento delle richieste di screening del DNA per scoprire se si è portatrici di questo gene specifico, una corsa al controllo che è stato definito dagli esperti ‘effetto Jolie‘.
Ora però dagli Stati Uniti gli esperti della Preventive services task force mettono in guardia contro l’abuso di test che possono anche causare danni. Vogliono fermare la corsa delle donne ai controlli per scoprire la presenza di una mutazione genetica legata al tumore al seno o all’ovaio. Screening che possono dare risultati fuorvianti e portare a cure e interventi inutili.
Secondo gli scienziati del Preventive services task force, non è sufficiente aver avuto un familiare con un cancro al seno per sottoporsi al test. Le mutazione del ‘Brca’ infatti non sono così comuni e sono responsabili solo di circa il 5% dei tumori al seno e del 10-15% di quelli ovarici.
Esami diagnostici inutili e soprattutto terapie farmacologiche usate per ridurre il rischio di carcinoma della mammella possono danneggiare la salute delle donne sane.