Brin 69: da opificio a “Eccellenza Campana”

CulturaBrin 69: da opificio a "Eccellenza Campana"

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Eccellenze Campane struttura

ECCELLENZA CAMPANA – Lungo quasi 250 metri, largo 40 per 22 di altezza massima nelle due navate centrali, 3000 mq tra struttura e deposito: sono solo alcuni dei grandi numeri del vecchio opificio di via Brin 69, che da “Cenerentola” del cemento si trasforma in polo di “Eccellenza Campana”. La bella storia di questa struttura, situata a due passi dal mare, non lontana da snodi ferroviari e autostradali e anche per questo scelta per il rilancio del settore del “food & wine”, parte 4 anni fa: Aldo di Chio, Marina Borrelli e Eduardo Borrelli accettarono la scommessa di ridar vita ad una struttura oramai dismessa da anni con il solo scopo di restituirla alla città e renderla fruibile. Un vero e proprio record napoletano, essendo quello di “Eccellenze Campane” il più grande capannone industriale nell’area cittadina in una struttura moderna e leggera, fatta di vetrate e pilastri in ferro nudo quasi a richiamare un set cinematografico dei migliori film di Coppola o Scorsese; se al suo interno ospita le eccellenze eco-sostenibili, l’intera opera può definirsi un mastodontico riciclo urbano. La struttura si suddivide in diversi livelli: al pian terreno diversi negozi e store dagli spazi enormi, tutti collegati da un corridoio rettangolare che lascia al cliente la massima libertà di movimento e di scelta in una sorta di girotondo agroalimentare che inizia dal fritto per finire nella cioccolata. Ai piani superiori poi si svilupperà una “cittadella economica” che ospiterà un centinaio di uffici di rappresentanza e comunicazione. Quasi al termine del percorso ecco l’area dedicata alla vendita diretta dei prodotti (forse leggermente angusta e tortuosa vista la comodità e l’abbondanza di spazi e prodotti che il compratore è abituato a vivere sin dall’entrata). L’imprenditore Paolo Scudieri, presidente del Gruppo Adler, non ha badato certo a spese per portare Napoli ai livelli delle grandi città italiane ed europee, tutte con un proprio polo dell’enogastronomia locale, a giudicare dai 6 milioni di euro spesi per la struttura. Design accattivante e moderno, ottimo gioco di luci e colori all’interno quanto all’esterno fanno del polo del “Made in Campania” il possibile fiore all’occhiello della città, una scommessa ancora da vincere in una città che non sempre ha saputo recepire strutture futuristiche e avanguardistiche come è effettivamente Brin 69. 

Di non secondaria importanza i numeri delle referenze, per un polo che ad oggi offre 700 posti di lavoro tra sicurezza, personale e uffici. L’offerta al pubblico è di 2000 mq di superficie aperta al pubblico con 520 posti a sedere, la comodità del maxi-parcheggio Brin poco distante e un orario extra-large che va dalle ore 7:00 alle 24:00. Incastonata tra negozi, ristoranti e prodotti tipici una Aula Magna che richiama un catino di ascendenza romana, con gradoni che ospitano postazioni per stampa e utenti vari, sarà vero e proprio luogo di cultura e informazione dove si terranno corsi di cucina, degustazioni, didattica e proiezioni.

Una sintesi tra modernità architettonica e tradizione gastronomica tenendo sempre ben presente il legame con la città in una location che da “Cenerentola” si è trasformata in un diamante potenzialmente prezioso da curare e preservare nel tempo.

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