Disperata, la madre della ragazza ha accusato il web di aver spinto la figlia a togliersi la vita: “Io e le sue sorelle abbiamo fatto tutto il possibile per tenerla al sicuro, ma era stata catturata dalle grinfie di un mondo digitale tossico, dove nelle ultime settimane non riuscivamo più a raggiungerla”. La donna si è detta “scioccata dalla facilità con cui Tallulah e gli altri ragazzi possono accedere a gruppi di autolesionismo online”, e ha chiesto ai grandi marchi di ritirare le pubblicità da tutti quei siti che ospitano gruppi dove si inneggia all’autolesionismo e al suicidio.