La Polizia di Reggio Calabria, al termine di una indagine coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, ha eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti contigui alla cosca di ‘ndrangheta Bellocco, operante nella Piana di Gioia Tauro, ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa.
Tra i soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo figura anche il giudice Giancarlo Giusti, attualmente sospeso dalle funzioni, in quanto coinvolto in una precedente vicenda giudiziaria sempre riguardante la ‘ndrangheta.
Una somma di 100 mila euro per disporre la scarcerazione di alcuni esponenti di spicco della cosca Bellocco: è l’accusa mossa dagli investigatori, sulla base di intercettazione telefoniche ed ambientali, al magistrato. Il fatto, secondo l’accusa, risale al 27 agosto 2009 quando Giusti, in qualità di componente del Tribunale del riesame di Reggio Calabria, dispose la scarcerazione di alcuni esponenti dei Bellocco.
Giusti era già stato condannato dal gup di Milano a 4 anni di reclusione il 27 settembre 2012 ed il giorno successivo aveva tentato il suicidio nel carcere milanese di Opera in cui era detenuto.