MATURITA’ 2014: Le tracce della prima prova per i maturandi 2014 sono un po’ monotone e a tratti prive di quel pizzico di phatos che coinvolge gli studenti nella prova stessa!
La prima traccia dedicata all’analisi del testo di Salvatore Quasimodo: i versi della poesia ‘Ride la gazza, nera sugli aranci’ tratta dalla raccolta “Ed è subito sera”. Ecco l’intera traccia:
“Forse è un segno vero della vita: intorno a me fanciulli con leggeri moti del capo danzano in un gioco di cadenze e di voci lungo il prato della chiesa. Pietà della sera, ombre riaccese sopra l’erba così verde, bellissime nel fuoco della luna! Memoria vi concede breve sonno: ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo per la prima marea. Questa è l’ora: non più mia, arsi, remoti simulacri. E tu vento del sud forte di zàgare, spingi la luna dove nudi dormono fanciulli, forza il puledro sui campi umidi d’orme di cavalle, apri il mare, alza le nuvole dagli alberi: già l’airone s’avanza verso l’acqua e fiuta lento il fango tra le spine, ride la gazza, nera sugli aranci”.
TRACCIA DI STORIA – E’ incentrata su “Europa 1914-2014” la traccia della prova di storia. Nel centesimo anniversario della prima guerra mondiale, gli studenti sono chiamati a riflettere su com’è cambiata la situazione del continente in un secolo. Per il saggio breve in ambito artistico letterario il titolo è «Il dono», mentre per il saggio breve in ambito scientifico si suggerisce di riflettere su «la pervasività delle tecnologie» e per quello di attualità si chiede di riflettere sulla violenza nel ‘900..
SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE: Il dono nell’arte, la violenza e non violenza nel Novecento, le nuove responsabilità sotto il profilo socio-economico, la tecnologia pervasiva. Queste le tracce da sviluppare in un saggio breve o in un articolo di giornale.
TEMA DI ATTUALITA’ – Da commentare una frase dell’architetto Renzo Piano per il tema d’attualità: “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. E’ fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d’accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?”.
Dai social network arrivano le prime battute ironiche sul tema di attualità che riguardano, appunto, l’architetto Renzo Piano. “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma sono intervenuto io per distruggerlo“. Questo però non è del tutto vero… il noto architetto ha comunque fatto qualcosa di buono per migliorare l’aspetto del nostro Paese.