PALERMO – È stata denominata ‘Apocalisse‘, l’operazione antimafia che ha portato stanotte all’arresto di 91 appartenenti alla nuova Cupola di Cosa Nostra, che fanno parte dei mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana, nella zona occidentale della città che va da viale Strasburgo all’Arenella.
I clan erano tornati a imporre a tappeto il pizzo a negozi e cantieri edili.
Il blitz è stato condotto dai carabinieri del Reparto Operativo, dai finanzieri della Valutaria e dai poliziotti della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, su ordine della procura distrettuale antimafia.
Sono 34 le estorsioni accertate, e solo un operatore economico ha denunciato, rifiutandosi di pagare: è il titolare di una società che sta realizzando la più grande multisala della Sicilia, nell’ex fabbrica della Coca Cola di Palermo.
Magistrati e investigatori hanno scoperto che la nuova Cupola di Cosa Nostra a Palermo ha ormai affinato le sue forme di infiltrazione e ricatto sull’economia legale, imponendo addirittura proprie forniture di carne alle macellerie più in vista del centro. Altri boss si erano lanciati invece in un’azione massiccia di riciclaggio, scommettendo i propri tesori illeciti provenienti dal traffico di droga e dalle estorsioni sulle partite di calcio dei campionati nazionali ed esteri.
JOE PETROSINO – Tramite le intercettazioni, dopo 105 anni, è stato scoperto il nome dell’assassino del il poliziotto italo-americano venuto a Palermo per sgominare una banda di mafiosi e ucciso il 12 marzo 1909. Si tratta di Paolo Palazzotto, che all’epoca era stato coinvolto nelle indagini.
A rivelarlo, senza sapere di essere ascoltato dalle cimici degli investigatori, è stato uno dei discendenti del killer.