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Denis Verdini rinviato a giudizio per acquisto immobile a Roma

Denis Verdini rinviato a giudizio per acquisto immobile a Roma

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Il senatore Denis Verdini coinvolto nella causa per la compravendita dell’immobile in via della Stamperia, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Roma Nicola Di Grazia. Rientra nel processo con lui, accusato di finanziamento illecito, a processo anche Riccardo Conti, anch’egli senatore di Forza Italia.

LA VICENDA – Secondo la Procura di Roma, Verdini non ebbe alcun ruolo nella compravendita ma pochi giorni dopo avrebbe ricevuto da Conti un milione di euro, finendo di essere accusato per illecito finanziamento ai partiti. Il processo è stato fissato per il 9 gennaio 2015 davanti alla ottava Sezione penale. A processo anche l’ex presidente di Enpap Angelo Arcicasa. Nel 2011 l’ente di previdenza degli psicologi acquistò l’immobile per 44,5 milioni di euro dalla società Estatedue srl, amministrata da Conti che poche ore prima l’aveva comprata per 26 milioni di euro. Ad Arcicasa e Conti è contestato il reato di concorso in truffa aggravata. La vicenda risale al gennaio 2011, quando Conti acquistò, attraverso una società di cui era amministratore delegato, un palazzo a via della Stamperia a Roma, vicino alla Fontana di Trevi, per circa 26 milioni di euro, rivendendolo poche ore dopo all’Enpap per 44 milioni.

ACCUSE – Secondo la procura, l’ex presidente dell’istituto di previdenza e assistenza degli psicologi Arcicasa e Conti, «mediante artifici e raggiri», avrebbero indotto «in errore l’Enpap» procurando all’ente «un danno patrimoniale rilevante di almeno 18 milioni di euro costituito dalla maggiorazione abnorme del prezzo di vendita, sia in relazione al valore dell’immobile che al costo dei lavori». Verdini, invece, avrebbe ricevuto da Conti la somma di un milione di euro pochi giorni dopo quella operazione immobiliare. Conti, poi, era accusato dal pm Erminio Amelio di omesso versamento dell’Iva, nel 2011, per oltre 8,6 milioni di euro, tanto che mesi fa il gip ordinò il sequestro per equivalente di alcuni suoi beni (appartamenti, titoli, conti correnti bancari, automobili e quote societarie). Arcicasa, infine, doveva rispondere anche di ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza, perché come presidente del cda di Enpap, non avrebbe fornito alla Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione, tutti i dettagli dell’affare immobiliare.

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