Sottolinea il fatto che il problema italiano non è l’Europa. Per uscire dalla crisi non ci si può «chiudere nei vecchi recinti nazionali, e sbraitare contro l’Europa», ma occorre «stringersi ancor più in uno sforzo comune, integrare ancor più le nostre energie, in spirito di solidarietà, nella grande Europa unita che abbiamo via via costruito in oltre 60 anni».
Poi si è rivolto ai tremila studenti: «Non c’è nulla di più gratificante e importante del dedicarsi a rendere migliore la nostra scuola, più libere e capaci di esprimersi, rafforzarsi, realizzarsi le vostre energie, la vostra intelligenza, la vostra creatività». Agli insegnanti invece ha detto, riferendosi alla riforma della scuola “Confidiamo nella chiarificazione e concretizzazione degli impegni annunciati dal governo per il superamento di situazioni ormai insostenibili, che le politiche del passato non hanno mai risolto».