Il mondo della medicina e gli stessi pazienti sono divisi a metà quando si parla della cura contro il tumore. Chi crede nella cieca chemioterapia e chi in altre forme di cura alternative, come quella attraverso la somatostatina del metodo Di Bella, presto dovranno sentir parlare anche di GRP78 e di quello che la ricercatrice Gaia Fabrizio sta passando per far valere i propri studi. Gaia ha 28 anni e nonostante la giovane età ha molta esperienza, come un dottorato all’istituto Mario Negri Sud, grazie alla quale ha scoperto il funzionamento di una proteina che cura i tumori e le malattie degenerative.
Tuttavia nonostante questa scoperta Gaia è costretta a fare le valige e raggiungere i suoi colleghi all’estero mettendo in moto il famoso processo della “fuga dei cervelli“. Fare ricerca in Italia è diventato impossibile, e se non ci fosse stato nessuno sponsor a finanziare i suoi studi, Gaia avrebbe dovuto abbandonarli in men che non si dica.
Il mio lavoro ha portato alla scoperta dell’enzima umano che catalizza la ADP-ribosilazione di GRP78, una proteina che guida il corretto ripiegamento, assemblaggio e maturazione delle proteine di nuova sintesi, prevenendo interazioni scorrette e formazione di aggregati proteici.
Tale proteina dovrebbe quindi prevenire le condizioni che ci sono alla base di ischemie, diabete e tumori, oltre alle altre malattie neurodegenerative.
In diversi tipi di tumore come quelli del seno, della prostata, del polmone e dell’ovaio, la resistenza alla chemioterapia è stata associata alla presenza di quantità elevate della proteina GRP78. La regolazione della funzione di GRP78 tramite la sua ADP-ribosilazione apre, quindi, nuove possibilità di ricerca anche nel campo della biologia dei tumori che nel futuro avranno sicuramente ricadute applicative in linea con la finalità della ricerca scientifica: migliorare la qualità della vita dell’uomo, curare malattie e salvare vite.
Gaia vorrebbe restare in Italia, ma non sa nemmeno se riuscirà a finire il suo dottorato.
Vorrei restare in Italia e in Abruzzo, perché il mio laboratorio è questo e la ricerca mi piace. L’istituto Mario Negri sud si trova in uno stato di grave crisi con 8 milioni di debiti: a breve il prefetto dovrà nominare un commissario che decida le sorti dei 100 dipendenti, senza stipendio da oltre un anno.
Siamo arrivati ad un punto in cui non riusciamo più a capire di chi sia la colpa, se delle lobby farmaceutiche o dello stato che mette in ginocchio i giovani, il loro talento e le loro idee!