“Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino”: così Veronica Panarello, la madre di Loris Stival, si è difesa davanti ai magistrati della Procura di Ragusa dall’accusa di aver ucciso il figlio di otto anni. La donna ha ricostruito parte della sua vita e respinto tutte le contestazioni fattele dai pm. Ricordiamo che ieri la donna è stata prelevata dalla sua abitazione insieme al marito e condotta direttamente in Procura dal capo della squadra mobile, Antonino Ciavola, e sottoposta ad interrogatorio.
Ieri, la madre del piccolo Loris, è stata interrogata per sei ore e dopo 10 giorni di indagini per la prima volta non è tornata a casa. E’ stata ascoltata per la quarta volta dagli inquirenti e per la prima volta non ha fatto ritorno a Santa Croce Camerina (Ragusa). In base a quanto riporta Sky News per lei si sarebbero aperte le porte della cella in questura e da qualche ora, invece, dovrebbe trovarsi di nuovo sotto interrogatorio per le indagini preliminari circa la convalida del fermo. Le accuse a suo carico sarebbero di Omicidio aggravato da vincolo di parentela e occultamento di cadavere.
Tuttavia Veronica Panarello durante l’interrogatorio non è mai crollata, anche se le sue verità non corrispondono a quelle ripresa dalle telecamere del paese di Santa Croce: pare che non avrebbe mai portato il piccolo Loris a scuola ma che sarebbe rientrata a casa proprio in sua compagnia e da lì la scomparsa del piccolo. La macchina di Veronica, nonostante la smentita del suo avvocato, pare sia stata inquadrata vicinissimo al mulino dove è stato ritrovato il corpo di Loris. La distanza in chilometri non è ancora chiara. Comunque sia la zona di campagna in cui è stato ritrovato il cadavere del bambino, in base ai racconti raccolti dagli amici di Veronica Panarello, è una zona che lei conosceva bene.
Probabilmente verrà ribaltata l’ipotesi di una seconda persona che abbia concorso all’occultamento del cadavere. Per gli inquirenti la mamma di Loris Stival ha fatto tutto da sola, uccidendo il bambino probabilmente con quelle fascette di plastiache sono state ritrovate a casa e che lei stessa aveva consegnato alla maestra che servivano per un compito di scienze, circostanza che è poi stata negata dalle maestre. Tali fascette sarebbero state usate per attaccare alla ringhiera del balcone il cartello vendesi dove la famiglia Stival abita, in via Garibaldi a Santa Croce Camerina.
Il marito di Veronica Panarello, Davide Stival, è sempre stato accanto alla moglie, difendendola e definendola una mamma super, ma dopo la mezzanotte di questo decimo giorno di indagini la sua posizione è iniziata a vacillare quando l’ennesima ricostruzione dei fatti è incominciata a vacillare anche davanti agli occhi del marito: ha incominciato a pensare che forse non conosce bene la moglie e se è stata lei vuole sapere il perché di questo gesto “Se davvero è stata lei mi crolla il mondo addosso”, dichiara il papà del piccolo Loris.