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Ex di Carolina Marconi condannato per minacce e violenze

carolina-marconi-e-salvatore-de-lorenzis-il-marito-condannato-per-maltrattamentiE’ finito un incubo per l’ex concorrente del Grande Fratello: Carolina Marconi. Il suo ex marito, l’imprenditore Salvatore De Lorenzis, dovrà scontare una pena di un anno e otto mesi di reclusione e pagare una provvisionale di 3o mila euro dal giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Sergio Tosi. Il matrimonio con la showgirl venezuelana durò solo 8 mesi, e fu proprio lei a porre fine alla loro unione. Dopo la separazione denunciò il marito per maltrattamenti in famiglia, violenza privata ed appropriazione indebita.

De Lorenzis lavora nel settore delle slot machine e a lui sono stati attribuiti numerosi flirt con donne dello spettacolo che pare, invece, non abbiamo mai confermato il gossip. Tuttavia la condanna emessa l’8 gennaio scorso, non soddisfano i legali della parte lesa e dichiarano che ricorreranno in appello. La condanna richiesta prevedeva, infatti, 2 anni di reclusione e al pagamento di risarcimento danni pari a 120 mila euro, ma l’ex della Marconi è stato condannato solo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Tuttavia l’arringa dell’avvocato di Carolina Marconi, Alessandra Merenda, è molto esplicativa:

Il processo ha provato tutte le accuse contestate all’imputato. I maltrattamenti in famiglia per le aggressioni fisiche, le manifestazioni di disprezzo e le certificazioni mediche prodotte in atti. L’appropriazione indebita per la Mercedes Classe E trattenuta dall’imputato. E la violenza privata per i pedaggi e le polizze assicurative non pagate. Comportamenti reiterati nel tempo, dall’ottobre del 2009 all’agosto del 2010 e narrati nelle denunce di febbraio, maggio, luglio e agosto. Oltre alle violenze fisiche, la mia assistita subì una serie di frasi ingiuriose come “Sei una troia“. E’ stata minacciata con un coltello mentre gli diceva “Ti ammazzo, sei una s…, sei una t…“. A maggio, tornati a casa, gli chiese le chiavi della macchina per andare a recuperare il telefono cellulare. Al rientro, lui le urlò a chi dovesse telefonare, chi dovesse sentire e poi la buttò sul letto per riempirla di pugni in testa e farle chiedere 100 volte perdono e la frase “Mia madre è una t…“. Le strappò i capelli, la riempì di graffi e le strinse le mani attorno al collo, causandole anche uno stato d’ansia che permane ancora oggi.