Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione, ritenuto responsabile del naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio che causò 32 morti. All’ex comandante è stato fatto uno sconto di 10 anni rispetto a quanto richiesto inizialmente dalla Procura. Tuttavia a Schettino non brucia la sentenza quanto quello di essere stato accusato di abbandono della nave: “È un’infamia, non sono scappato dalla nave e non posso accettare questo verdetto. Mi rifarò in appello”, assistendo al verdetto da casa del fratello a Meta di Sorrento. Tuttavia la Corte presieduta da Giovanni Puliatti ha respinto la richiesta di una misura restrittiva in carcere o ai domiciliari.
Era noto che il verdetto non sarebbe stato tanto duro, così, Maria Navarro, procuratore facente funzioni e titolare dell’inchiesta ribadisce di “essere totalmente soddisfatta. Il nostro impianto accusatorio ha retto in pieno. I giudici non hanno riconosciuto le attenuanti generiche e hanno condannato Schettino su tutta la linea”. I pm Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza, invece, spiegano lo sconto di quei 10 anni: “Non è stata riconosciuta l’aggravante della colpa cosciente per l’omicidio plurimo colposo”. Schettino non avrebbe potuto prevedere le morti provocate dall’incidente e invece è stata confermata l’aggravante per per il reato di naufragio colposo: l’ex comandante è stato considerato consapevole dell’incidente che ha provocato con l’inchino e che ha causato 32 vittime e 5 miliardi di danni.
INTERDETTO – Francesco Schettino è stato anche interdetto per 5 anni come comandante di nave. Lo ha stabilito il tribunale di Grosseto che lo ha anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento delle parti civili in solido con Costa Crociere. Il Tribunale ha inflitto a Schettino 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi e un anno per il reato di abbandono di persone minori o incapaci, per un totale di 16 anni di reclusione a cui è stato aggiunto un mese di arresto.
IL RICORSO – “Non siamo affatto soddisfatti della sentenza – dice uno degli avvocati di Schettino, Donato Laino – faremo ricorso”. E l’altro difensore, Domenico Pepe, aggiunge che la “pena è comunque più bassa rispetto alle richieste della Procura. Schettino non è un delinquente questo è sempre stato un incidente colposo”.
PROVVISIONALI PER LE PARTI CIVILI – Il tribunale ha anche fissato le provvisionali per le parti civili, 1,5 mln per il ministro dell’Ambiente, uno per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, 500.000 euro per ministeri di Difesa, Infrastrutture, Interni e Protezione Civile. Per la moldava Domenica Cemortan, invece, che ha dichiarato anche di aver avuto un flirt con Schettino e che salì in plancia per l’inchino al Giglio e i giudici per lei hanno quantificato 30.000 euro di danni. Per il Comune del Giglio il sindaco Sergio Ortelli ha detto che “sulla provvisionale avremmo auspicato più coraggio da parte del tribunale”.