Laura Antonelli, fu una profuga rifugiata a Napoli nel Bosco di Capodimonte

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Tutti ricordano Laura Antonelli come icona e sex-symbol del cinema erotico anni Sessanta e Settanta, ma alle sue spalle c’è una storia dura che ha tuttavia saputo affrontare, come è riuscita ad affrontare, in qualche modo, la battaglia giudiziaria durata nove anni e poi conclusasi con il suo proscioglimento per possesso di un certo quantitativo di cocaina all’interno della sua abitazione. Così come gli amori finiti male e lo stesso intervento chirurgico che non andò bene fino a deturpargli il viso facendo sfociare la diva di “Malizia” in depressione.

L’altra storia di Laura Antonelli, che è morta oggi all’età di 74 anni, è la storia di profuga e di rifugiata a Napoli, nel Bosco di Capodimonte dove fu allestito un campo profughi per l’esodo istriano in seguito alla sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale e alla conseguente perdita dell’Istria. Poi la Antonelli frequentò un Istituto di scuola superiore diventato insegnante di Educazione Fisica.
Questa è stata una dei tanti primi inizi della Antonelli, che nel corso della sua vita è stata costretta ad affrontare fino alla morte, ultimo periodo dove pare abbia trovato conforto nella fede.

 

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