Si tratta di una normativa europea che tutela l’ambiente, che non riguarda le famiglie, e non si può parlare di tassa. Tale normativa è stata recepita anche dall’Italia in quanto Stato Membro, che prevede la creazione di un unico libretto di manutenzione per caldaie e climatizzatori: entrambi rappresentano infatti fanno parte del sistema di climatizzazione (sia calda sia fredda) di un ambiente. Ad ogni modo la stessa normativa che riguarda gli impianti di condizionamento già recepita l’anno scorso dall’Italia, non è stata approvata dal Governo Renzi.
Tuttavia gli adempimenti riguardano solo i possessori di grandi impianti con l’obbligo di tenere un libretto e di controllare il sistema ogni quattro anni, andando incontro inevitabilmente ad una spesa, riguarda però solo sistemi di climatizzazione con potenza nominale minima di 12 kilowatt, equivalenti a circa 43000 BTU: dei controlli dunque che per forza di cose comporteranno dei costi a scadenza dello stesso che servono solo per tutelare il buon funzionamento di questi impianti e l’efficienza del sistema sia eventuali perdite di gas che sono ritenuti nocivi per l’ambiente. Ergo, non sono compresi assolutamente i condizionatori tradizionali che non comportano nessun obbligo o costo per chi vuole godersi un po’ di refrigerio in questa estate bollente.
DA DOVE NASCE LA BUFALA? – E’ difficile capire chi è stato il primo a lanciare la notizia circa la tassazione sui condizionatori per 200 euro anni a famiglia, tuttavia a “riscaldare” gli animi degli internauti è stato Matteo Salvini, attuale leader della Lega, con uno dei suoi Tweet:
Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la “tassa sui condizionatori”: 200 euro in più a famiglia. Ovviamente la Lega si opporrà! #Salvini
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 23 Luglio 2015