Home Cronaca Papa Francesco in Africa: “L’Islam non è morte né violenza”

Papa Francesco in Africa: “L’Islam non è morte né violenza”

Il Papa è a Nairobi, in Kenya, dove è iniziata la sua seconda giornata: ha spiegato che il “Dio che serviamo è un Dio di pace” e che il suo nome non deve essere giustificato per atti di violenza, per fomentare l’odio. E’ fondamentale inoltre il “dialogo ecumenico e interreligioso“, che non è un lusso ma una necessità. Parole di pace, quelle di Bergoglio, che ha abbracciato tutti i Capi delle diverse confessioni: anglicana, evangelica, metodista, pentecostale, African Inland Church, animista e musulmana.

Il Papa ha celebrato l’omelia della prima messa in Africa nel Campus dell’Università di Nairobi, scegliendo di muoversi ancora con la papamobile scoperta. E’ un indiretto messaggio di pace e speranza, proprio in questi giorni di profonda crisi religiosa e politica (vedi gli attenti a Parigi, n.d.r.): “Siamo chiamati a opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l’arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati. Siamo chiamati a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno”.

Papa Francesco ha ribadito ancora che dobbiamo rifiutare una cultura basata sull’odio, che il Dio che serviamo è un simbolo di pace, quindi non vanno giustificate azioni violente nel suo nome. Il rappresentante musulmano Abdulghafur El-Busaidy ha commentato che i leader religiosi devono promuovere giustizia, rispetto, amore, speranza. Bergoglio ha ricordato, infine, gli attentati che hanno ferito il Kenia, ultimo dei quali, quello avvenuto ad aprile a Garissa dove sono stati uccisi 147 studendi universitari dai miliziani islamici Shabab.

“In una società democratica e pluralistica come questa, la cooperazione tra i leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune. So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera. Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia, per seminare paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società”, ha insistito Bergoglio.