Erano tre i baby kamikaze che si sono fatti saltare in area durante un checkpoint nello stato del Borno in Nigeria. L’attentato non è stato rivendicato ancora, ma i sospetti cadono sul gruppo terroristico di Boko Haram alleato dell’Isis in Africa. Il portavoce dell’esercito nigeriano Usman ha precisato che domenica almeno 12 militanti di Boko Haram erano stati uccisi in un’operazione sempre nello stato del Borno.
Tre bambini-kamikaze, dai 10 ai 15 anni di età, si sono fatti esplodere contro un checkpoint a Benisheikh nello stato del Borno, in Nigeria nordorientale, uccidendo sei persone e ferendone almeno 24. Lo riferiscono fonti dell’esercito nigeriano. L’attentato non è stato rivendicato, ma i sospetti cadono sul gruppo terroristico di Boko Haram. Il portavoce dell’esercito Sani Kukasheka Usman ha anche riferito di un’operazione contro Boko Haram sempre nel Borno nel corso della quale sono stati uccisi 12 terroristi.
Boko Haram è un nome che ai più risulta sconosciuto, ma questo è il nome di un gruppo armato di matrice jihadista che alcune statistiche oggi indicano come il più letale del mondo, con oltre 6.600 persone trucidate lo scorso anno, per lo più civili. Più dell’Isis, di cui Boko Haram è un fedele alleato.
Il nome “Boko Haram” deriva dalla parola hausa boko, che è liberamente traducibile come “educazione occidentale”, e dalla parola araba harām, che indica un divieto legale, metaforicamente il “peccato”. Il nome significa quindi “l’educazione occidentale è sacrilega” o “vietata” o “peccato”. Il nome è dovuto alla dura opposizione all’Occidente, inteso come corruttore dell’Islam. In nome di questo irrazionale credo solo quest’anno in Nigeria sono state chiuse centinaia di scuole.
Il gruppo è formato da feroci guerriglieri che non risparmiano donne e bambini, utilizzandoli anche come kamikaze, e che tentano di cancellare dai territori controllati qualunque impronta di istruzione e cultura. Dal 2009 ad oggi sono stati passati per le armi circa 600 insegnanti, colpevoli di “inquinare con la cultura occidentale l’insegnamento del Corano”. Tra gli episodi più gravi c’è il rapimento di 270 studentesse, perpetrato ad aprile dello scorso anno, dalla scuola di Il destino della maggior parte di queste ragazze è sconosciuto, nonostante la mobilitazione internazionale di cui si fece promotrice anche la first lady americana, Michelle Obama.