“Essere Gigione – L’incredibile storia di Luigi Ciaravola” è il titolo del documentario che narra la vita artistica del noto cantante di Boscoreale che ha avuto l’ok al finanziamento da parte del Mibact. Il documentario è stato girato dal 28enne regista beneventano Valerio Vistoso che ha deciso di riprendere dal punto di vista sociologico e antropologico l’universo di Gigione, il quale con la sua musica trash riscuote sempre grande successo durante le sue esibizioni.
“Il documentario “Essere Gigione” ha ottenuto l’interesse culturale da parte del Mibact. È un passo irrilevante per l’umanità, ma una conquista significativa per chi ha deciso di supportarmi in questa folle avventura“. Questo è l’aggiornamento di stato di Facebook del regista Valerio Vistoso che così ha annunciato che il ministero dei Beni culturali guidato da Dario Franceschini ha ha approvato la richiesta di finanziamenti per il suo lavoro, ritenuto di “interesse culturale”.
“Avevo da tempo il pallino di seguire Gigione”, racconta Vestoso, “mi affascinava il fatto di utilizzarlo come pretesto per raccontare la provincia. Dopo un po’ di corteggiamenti, lui ha accettato il mio invito. E ha deciso di farsi seguire. Lo sto seguendo da qualche mese e continuerò a farlo per altri sei o sette. Mi incuriosiva capire come si fa a radunare così tanta gente in piazza da trent’anni a questa parte e soprattutto come si fa a suonare live per 170 serate all’anno in un Italia in cui la musica dal vivo latita sempre di più”.
Gigione è un vero e proprio fenomeno socio-antropologico che da oltre trent’anni gira le piazze della provincia italiana riscuotendo sempre grande successo di pubblico, sono i 700.000 spettatori circa che lo applaudono ogni anno a dimostrarlo.
Il finanziamento del documentario da parte del Ministero, farà discutere molte persone, soprattutto coloro che credono di essere uomini o donne di cultura che affermano che Gigione non ha nulla a che fare con essa. L’errore è proprio questo: Gigione è cultura, popolare, di piazza, di provincia, ma è pur sempre cultura. La cultura di un popolo senza grandi ambizioni erudite, ma che da anni segue le performance canore del berretto di Boscoreale, una fetta d’Italia che vale la pena non trascurare.