Il primo trapianto di pene negli Stati Uniti avrà luogo nei primi mesi del 2016 alla Johns Hopkins University del Maryland su di un soldato reduce della guerra in Afghanistan: ad annunciarlo al New York Times lo stesso team di medici e chirurghi che stanno preparando la procedura, sinora sperimentata due volte al mondo. Pur riuscendo, il primo intervento in Cina è ricordato come un fallimento vista la richiesta di rimozione dell’organo, da parte dello stesso trapiantato, dopo solo 15 giorni. Motivi psicologici alla base della richiesta, era il 2006. Diverso l’esito dell’impianto in Sudafrica, in questo caso il trapiantato è anche diventato padre.
Gli specialisti della Johns Hopkins University guidati da Andrew Lee, direttore di chirurgia plastica ricostruttiva, hanno pianificato di prelevare l’organo da un donatore deceduto e stanno ultimando i test per la scelta del veterano da mettere in lista d’attesa per il trapianto: si calcola che 1.367 soldati reduci dalle guerre in Iraq e in Afghanistan tra il 2001 ed il 2013 abbiano sofferto ferite agli organi genitali tali, da danneggiare gravemente le funzioni sessuali e urinarie.
La procedura prenderà 12 ore e potrà essere effettuata solo su di un candidato con un’uretra intatta: nel corso dell’intervento i chirurghi connetteranno le vene e le arterie del pene donato al paziente che riceverà l’organo: le terminazioni nervose del paziente dovrebbero quindi crescere al ritmo di 2,5 centimetri al mese. Il soldato dovrebbe così recuperare le funzioni sessuali e poter avere figli. I pazienti sottoposti a questo trapianto dovranno prendere farmaci anti-rigetto per il resto della vita.