Lutto nella vita del muratore di Bergamo, sotto processo per avere ucciso la giovane di Brembate Yara Gambirasio. Il padre di Massimo Bosetti, Giovanni, 68 anni, è deceduto questa notte all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Era molto malato e la malattia fu scoperta proprio nei giorni in cui il figlio venne arrestato con l’accusa di omicidio, il 16 giugno del 2014.
Durante i mesi di carcere Massimo Bosetti aveva beneficiato di due permessi per andare a far visita al padre legittimo e non biologico. La scoperta della vera paternità del presunto assassino è venuta a galla proprio durante le indagini che la polizia stava conducendo alla ricerca dell’uomo che avesse ucciso Yara Gambirasio. Sottoponendo l’intera cittadina all’esame del Dna, per trovare riscontro con le tracce di sangue trovate sul cadavere della ragazzina, è emerso che apparteneva a Massimo Giuseppe Bosetti, non corrispondente a quello del padre che lo aveva cresciuto, bensì a Massimo Giuseppe Guerinoni, un’autista di autobus morto nel 1999. Dunque le indagine hanno dato alla luce una duplice scoperta: l’assassino di Yara era nato da una relazione extraconiugale della madre di Bosetti con un altro uomo. Circostanza che la donna, Ester Arzuffi, ha però sempre negato. Tuttavia anche Massimo Bossetti era all’oscuro di questa verità, convinto che il suo vero padre fosse Giovanni e non Giuseppe Guerinoni.
Intanto l’avvocato di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, ha dichiarato: “Il dolore si aggiunge al dolore in questo mese. Comprendo il difficile momento di Massimo Bossetti avendo perso anche io il padre a 20 anni. Avrei voluto correre in carcere per dare la notizia a Massimo – ha aggiunto – rinunciando al pranzo di Natale ma mi è stato impedito da una burocrazia cieca, sorda e insensibile. Per me Massimo non merita questo trattamento”.
Ricordiamo che appena qualche giorno fa i giudici hanno respinto l’ennesima richiesta di scarcerazione per Bossetti da parte dei suoi legali. Per la Corte, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, la scarcerazione non potrà avvenire per il pericolo di reiterazione del reato che non potrebbe essere scongiurato dal provvedimento degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Inoltre, i giudici, hanno anche sottolineato il fatto che in Cassazione le richieste dei difensori di Massimo Bossetti sarebbero state respinte.
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