Il terrorismo minaccia Papa Francesco: questo è quello che è stato scoperto durante le ultime indagini che hanno portato all’arresto di 4 persone tra l’Italia e il Kosovo. Le loro dichiarazioni su Facebook hanno fatto riferimento agli attentati di Parigi e soprattutto a Papa Francesco. Su di lui le dichiarazioni sono molto pesanti: è stato detto che sarà l’ultimo Papa. Ma hanno davvero a che fare con l’Isis o sono un gruppo di fondamentalisti autonomi? La vicenda è molto spinosa.
La polizia di Brescia ha smantellato una cellula di ispirazione jihadista. Il leader è Imishiti Samet, arrestato in Kosovo, affiliato allo Stato Islamico. I quattro uomini fermati sono stati accusati di apologia del terrorismo e istigazione all’odio razziale a causa di un’attività di propaganda che avveniva attraverso Facebook. Due fermati saranno espulsi (uno con provvedimento adottato dal ministro dell’Interno per motivi di terrorismo internazionale, l’altro con decreto del Questore di Brescia), un terzo è stato sottoposto a sorveglianza speciale per terrorismo (misura applicata per la prima volta, su richiesta avanzata direttamente dal procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che comporta il contestuale ritiro del passaporto o di altro documento valido per l’espatrio) e il quarto, la mente della cellula, è stato arrestato in Kosovo.
Le indagini in realtà hanno una lunga storia che parte nel 2014: era stato individuato su Facebook un gruppo intitolato “Con te o senza di te il Califfato è ritornato” con iscritti prevalentemente provenienti dalla Siria. In questo stato combattono centinaia di kosovari per lo Stato Islamico. Il gruppo rivolgeva la sua propaganda verso i Balcani e l’Italia. L’obiettivo è quello di arruolare combattenti con la collaborazione di filiere jihadiste attive nel quadrante balcanico e riferibili a Lavdrim Muhaxheri.
Samet è stato fermato in un comune del Kosovo ma per molti anni ha abitato a Chiari, in provincia di Brescia, dove faceva il muratore. Nel suo appartamento di Chiari, dove abitava il fratello, Ismail Imishti, anche lui fermato, è stato trovato “materiale propagandistico e i software utilizzati per il collegamento con altri internauti sospettati di terrorismo” ha spiegato il procuratore capo Tommaso Buonanno. Il gruppo non aveva mancato di esaltare su Facebook gli attentati di Parigi dicendo: “Questo è solo l’inizio. Gli aerei francesi in Siria hanno ucciso più di 47 persone: oh miscredenti, capirete che l’Islam non si combatte, è inutile. Il 2015 è appena iniziato e l’Europa verrà disgregata. Entro cinque anni si formeranno gli Stati islamici e ci sarà una legge, quella della Sharia”.
Ma il terrorismo minaccia Papa Francesco. Il questore di Brescia Carmine Esposito infatti ha dichiarato: “Minacciavano il Santo Padre Bergoglio, esaltavano i recenti attentati di Parigi e minacciavano l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti in Kosovo. Nelle abitazioni perquisite in Kosovo sono state trovate armi. Quella di stanotte è un’operazione condotta in seguito a un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, dalla Digos e in stretto raccordo con la Procura speciale internazionale del Kosovo e la direzione nazionale antiterrorismo del Kosovo. Si tratta di profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente Stato Islamico. I reati contestati a queste persone sono apologia del terrorismo e istigazione all’odio razziale”.