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Fabio Quagliarella, attaccante del Torino, ieri in tribunale a Torre Annunziata, è stato ascoltato come teste e parte lesa nel processo a Raffaele Piccolo, agente della polizia postale accusato di essere stalker di vip. Il giocatore, testimone e parte lesa nel processo per stalking ha spiegato durante l’udienza, al giudice Ernesto Anastasio, alcuni retroscena che ci sarebbero dietro la sua cessione dal Napoli alla Juventus.

De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli per delle lettere che mi accusavano di partecipare a dei festini a suon di droga con esponenti della camorra  e di essere pedofilo. Minacce giunte anche a mio padre e alla mia fidanzata dell’epoca”. Questa è la rivelazione choc di Fabio Quagliarella, ascoltato per un’ora e mezza dal giudice Ernesto Anastasio del Tribunale di Torre Annunziata. Il giocatore ha detto di essere stato “sotto pressione” per quattro anni: “Ho conosciuto Piccolo nel 2006. Si diceva capace di risolvermi i problemi al telefonino e al mio contatto di Messenger, la cui password era finita in mani sbagliate. In cambio mi chiedeva autografi, foto e magliette. Richieste diventate sempre più pressanti: gli avrò dato almeno venti magliette. Quindi sono iniziate le lettere”.

La prossima udienza per il processo per stalking è in programma l’11 febbraio e sarà ascoltato anche Vittorio Quagliarella, papà di Fabio, considerando che le missive arrivarono anche a casa sua. Respinta, invece, la richiesta dei legali, Sartore e Di Maio, di Salvatore Piccolo che avrebbero voluto ascoltare Aurelio De Laurentiis, proprio perché chiamato in causa dal giocatore.
Tra i vip presi di mira dall’agente della polizia, figura anche Guido Lembo, lo chansonnier caprese, titolare del locale “Anema e core“.